A distanza di tre anni dal buon “Man On The Run” i britannici Bush tornano a farsi sentire con un nuovo lavoro intitolato “Black An White Rainbows”.

Licenziato tramite Zuma Records (e prodotto dal carismatico frontman Gavin Rossdale) il nuovo lavoro procede sulle ormai consolidate coordinate sonore del quartetto londinese. Trattandosi del terzo disco licenziato nel dopo reunion del 2010, ci si aspettava una certa stabilizzazione nel sound della band, cosa che è effettivamente avvenuta.

Nel periodo pre-pubblicazione Rossdale aveva messo le mani avanti, anticipando per il lavoro un sound più commerciale ed orientato all’accessibilità: cosa vera solo in parte, visto che già il primo estratto (posto curiosamente in chiusura di tracklist) “People At War” è una bella ballad molto fumosa e poco radiofonica (coerentemente all’argomento trattato, visto che il pezzo è stato presentato lo scorso anno in anteprima mondiale alla giornata del rifugiato, tenutasi a Firenze).

“Mad Love”, singolo trainante con tanto di videoclip, già si avvicina di più alla descrizione concessa dal frontman, trattandosi di un midtempo molto melodico e dotato di un ritornello di facile presa: non tra le cose migliori del lavoro (forse non giova il posizionamento come apertura del disco) ma si lascia ascoltare.

Le cose vanno meglio, molto meglio, quando la band, oltre che alla calda e bellissima voce di Rossdale, si affida alla frenetica sei corde del sottovalutatissimo Traynor, vedere alla voce “Peace-S”, “Nurse” e “The Beat Of Your Heart” (scelta non a caso) come singolo promozionale.

Le ballad, da sempre punto di forza del combo inglese, sono sempre convincenti e ben calibrate: stavolta spiccano “Lost In You” (già presentata in precedenza dal vivo) e la già citata “People At War”. Altrove, invece, si rasenta un pochettino il tamarrognolo, come nel caso di “Toma Mi Corazon”; non un granché la scelta di eseguire parte del cantato in spagnolo, e forse visti i cinquantasette minuti di durata del disco (per quindici pezzi) si poteva sfoltire qualcosa di troppo.

In definitiva un buon lavoro questo dei Bush, che non rivoluziona (e ci mancherebbe altro) assolutamente nulla, ma che si lascia ascoltare e che porta come al solito un po’ di buona carne al fuoco del pop rock.

Traccia migliore: “Peace-s”

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