Partiamo da un'affermazione: la politica e la musica spesso si incontrano, specie quando la politica è quella di una posizione idiologica lontana dal centro. Quindi passiamo ad uno scenario: Cuba. Ora inquadriamo un epoca: 1960 e 1970. Questi tre elementi sono realmente tutto quello che ci serve sapere per approcciarci a questo album di Carlos Puebla.
Chi è Carlos Puebla ? Ce lo spiega il retro della copertina stessa. Un uomo che ha fatto gli studi da autodidatta, sia di scuola infantile che di chitarra, e che ci tiene a sottolineare di non aver mai smesso di studiare. Va bene, ma poi ? Ha scritto molte canzoni, dice questa raccolta. Una in effetti è diventata molto famosa anche dalle nostre parti; "Hasta siempre" a cui a volte viene aggiunto impropriamente "Comandante Che Guevara". Molti si fermano lì. O perché non si rispecchiano in quel personaggio di cui egli canta le lodi oppure, al contrario, si rispecchiano ma non hanno mai avuto la voglia e l'interesse di andarsi ad ascoltare le altre.

Io non voglio parlare di questa raccolta di brani perché voglio propagandare il suo pensiero. Il mio interesse è principalmente quello di andare a vedere come la musica e la politica si incontrino in armonia anche per uno scopo sociale, sia pure quello di propaganda. Per esser chiari, personalmente ho grande simpatia per chi crede davvero in qualcosa a prescindere da cosa. Credo che se mi trovassi davanti un nazional bolscevico e un disimpegnato paninaro stringerei amicizia più probabilmente con il primo. Poi io continuo per la mia strada, ma nel frattempo mi sono arricchito di qualcosa. In quest'ottica trovo che Puebla sia particolarmente interessante per lo stile di scrittura, efficacissimo per diffondere il messaggio del regime. Egli veste meglio gli abiti di un avvocato difensore di Fidel che di un cantautore come lo intendiamo noi, infatti i suoi testi sono spesso quasi dei proclami di credo. Egli prova a spiegare a chi lo ascolta perché una decisione si è resa necessaria, perché aver dei missili nucleari puntati contro gli yankee aiuta i cubani, perché quello della Baia dei Porci è stato un atto da vigliacchi, perché far parte delle milizie è un atto di amore verso i concittadini e quindi in sostanza perché il governo attuale è buono e gli imperialisti cattivi.
Lo ripeto, non sto dicendo che io voglio appoggiare questa visione, francamente parziale, della storia.

Puebla utilizza raffinatamente la satira ma altrettanto raffinatamente sa quando essere affilato e diretto.

"Y no nos van a asustar/Con romper las relaciones/Porque tenemos cañones/Y tenemos lo demás/[...]/Y sepa el imperialismo/Si con nosotros se mete/Que los famosos cohetes/No son ningun simbolismo"
che tradotto è circa:
"E noi non ci spaventiamo/Per la rottura delle relazioni diplomatiche/Perché abbiamo cannoni/E abbiamo anche altro/[...]/E sappia l'imperialismo/Se contro di noi si metterà/Che i famosi missili/Non sono per niente una metafora"

Diretto sì, satirico anche, ma anche uomo che ha ben chiaro che al popolo servono immagini di leader e di imprese eroiche. Ed ecco perché anche in questa raccolta compare "Hasta siempre", scritta di pugno subito dopo aver ascoltato Casto leggere la lettera di addio del Che a Cuba. Chi si è fermato lì, chi non ha ascoltato le altre, probabilmente si è fatto l'idea di Puebla come di un autore di canzoni lente, struggenti e forse parecchio banali. L'altra faccia della medaglia la troviamo sempre in questo disco con "Y en eso llego Fidel". Sempre si parla di gesta di leader, ma stavolta il clima è diverso ed è decisamente più in linea con il resto della discografia. In primo luogo la musica è decisamente più accesa, accompagnata da claves e percussioni, con le ritmiche di chitarra più decise. E ancora una volta il testo riporta le situazioni come fotografie:

"Aquí pensaban seguir/Ganando el ciento por ciento/Con casas de apartamentos/Y echar al pueblo a sufrir/Y en eso llegó Fidel/Se acabó la diversión/Llegó el Comandante/Y mandó a parar"
che diventa:
"Qui pensavano di continuare/Guadagnando il cento per cento/Con case e appartamenti/Mentre il popolo continuava a soffrire/E in tutto questo giunse Fidel/Finì la pacchia/Arrivò il comandante/E ordinò di fermarla"

Mi basterebbe elencare alcuni titoli dei brani che troviamo qui per chiudere definitivamente il discorso sull'intenzione di Puebla di giustificare tutte le azioni del governo, nel quale quasi certamente lui credeva ciecamente. "Todo por la Reforma agraria" ("Tutto per la riforma agraria"), "Yo tambien soy miliciano ("Anche io sono miliziano"), "El comite de Defensa" ("Il comitato di Difesa") e "Por alli vinieron" ("Da quella parte venirono" -riferito alla Baia dei Porci-).

Esaurito questo discorso torniamo alla musica. Queste canzoni sono generalmente piuttosto allegre e ben accompagnate da coro e sezione ritmica. Oltretutto sono pure bene registrate.
Generalmente si mantengono tutte su due stili che chi mangia giornalmente dieta di folklore latino conosce, le Guarachas e le Guajiras. Di tanto in tanto interviene qualche Son, che poi forse è il sottogenere più celebre dell'isola caraibica.
Di questo LP mia prediletta è senza dubbio "Rompiendo las Relaciones" (della quale vi ho citato il testo sopra).

P.S. Gli album di Puebla si chiamano tutti con titoli molto generici. Per distinguere questo in particolare sappiate che è dell'anno 1974, anche se le canzoni sono molto precedenti e coprono un ventennio di produzione musicale.
P.P.S. Puebla ha anche prodotto una bellissima assurda versione di "Guajira Guantanamera" completamente stravolta nel significato: "vado a fare il militante ogni mattina/contro quella base militare/che è una macchia insultante/Guantanameraaaa Guajira Guantanameraaaaa". Ve la consiglio anche quella caldamente.

Elenco e tracce

01   La Cuarentena (00:00)

02   Cinco Puntos de la Digni... (00:00)

03   Conjugando Verbos (00:00)

04   En Guardia (00:00)

05   Cuba No Esta Sola (00:00)

06   Paz Con Dignidad (00:00)

07   Conmigo Eso Sí No Va (00:00)

08   Cambio… Cambio (00:00)

09   Y A Nostros… Qué (00:00)

10   Dos Consejos (00:00)

11   Piénselo Señor (00:00)

12   Recado Al Preguntón (00:00)

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