"Come un vecchio quadro Di Edward Hopper". Terza opera di uno dei più bravi cantautori, (a mio avviso), della scena "Alternative" italiana. Era il lontano 2001 e il "nostro" ci narra, in 13 momenti notturni, la solitudine di svariati personaggi che vagano ebbri, tra le mura di una città o di una prigione astratta o reale che sia. Il disco si apre con uno "sviolinamento", che ci conduce nel mondo di un candelaio, nell'omonima "Candelaio", il quale simboleggia l'uomo che potrebbe darci un pò di luce in questo viaggio.

Il secondo momento è "Di Schianto", e qui la melodia si fa più ritmata, con la voce rauca di Cesare a fare da contraltare. L'atmosfera ritorna misteriosa con "Qualcosa lì fuori", "Occhi nudi", (ad occhi nudi dentro al cesso di un bar) e "Nostra signora dei coltelli", che fa quasi il verso al romanzo di Carmelo Bene, "Nostra signora dei turchi".

Si continua con la "Suonatrice di hammond" e "Lo spazio tra noi", i momenti più distensivi dell'album, Con"Fra il tuo corpo e la cena" e "Venere", (veri manifesti del rapporto di un detenuto e il suo giornaletto pornografico), si crea un concept nel concept. "Baci di frisia" è il momento meno intenso, (modestissimo parere), per poi confluire in "Bevi, stai su", dove il nostro affoga il suo "trasognare", in un altro drink, dentro una qualsiasi osteria di periferia, pronta ad accoglierlo tra le sue grinfie. Ed eccolo "Il boia", (dodicesima traccia), individuo che si cela tra di noi e perchè no, dentro di noi; traccia dal sapore cupo e introverso, come un vinaccio andato a male. La chiusura spetta a "Qualche cosa lì fuori", in collaborazione con i "Massimo Volume", altra traccia che traccia e conclude degnamente il disco.

Beh che dire, "Closet Meraviglia" è un album certamente sottovalutato ma una volta scoperto, entra dentro come un bicchiere di whisky invecchiato, ma sempre ben gradito.

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