Tempo fa recensii il primo e il secondo album di questo gruppo fenomenale ("The glow of love" e "Miracles" per i neofiti) e ci tenevo molto a recensire il terzo...se lo trovavo. A quanto pare non lo si trova da NESSUNA PARTE. Pazienza, allora passo al quarto, "This is your time". Se qualcuno volesse una introduzione ai "Change" e al loro mitico sound consiglierei di leggersi prima la mia recensione su "The glow of love", dove spiego proprio tutto. Bene. "This is your time" non è sostanzialmente un cambio di sound della band (per fortuna) ma solamente un'introduzione a una (breve) era nuova che vedrà la luce solo dal quinto album "Change of heart". Tornando a "This is your time" in se io credo che sia stata l'opera tra le più valide e sottovalutate di tutta la discografia dei Change. Cosa che non condivido per niente. E' forse uno dei loro album più monotema, ma questo non giustifica il suo biasimo.
La squadra resta la stessa delle altre volte (produzione Jacques Fred Petrus, arrangiamenti Mauro Malavasi e Davide Romani) e funziona (ancora) alla grande. Piccola introduzione (fondamentale l'anno sucessivo) avviene per il tastierista e polistrumentista Timmy Allen. La copertina riprende il classico tema geometrico/astratto disegnato da Greg Porto e racchiude un bel LP da otto tracce, tre delle quali diventate singolo. Novità per questa produzione è l'approccio totale alle prime drum machines (fatta eccezione per il brano "Angel") che non fanno notare assolutamente la differenza tra una batteria... insomma, in carne e ossa. L'approccio sperimentale e pionieristico alla musica che fin dagli esordi ha caratterizzato il sound dei Change non viene meno, anche a quattro anni di distanza (il disco è del 1983), e la precisione stilistica e tecnica degli arrangiamenti è più viva che mai. Tracce degne di nota sono sicuramente, oltre la Title track "This is your time", anche "Magical night" (la mia preferita dell'album) e "You'll never realize". La prima è il vero incontrastato pilastro dell'opera, regge ancora ad anni di distanza (in giro la sento ogni tanto). Retta da una batteria sintetica e un sinth nel ritornello pompante e nelle strofe sinuoso, accompagna chiunque si creda meglio di Tony Manero nell'universo di misteri e colori che ha sempre caratterizzato i timbri sonori e tribali dei Change. La seconda, "Magical night", è la mia preferita: è bastato ascoltare un solo intro di 30 secondi per convincermi ad acquistare l'intero album. La terza ("You'll never realize") è una tra le più riflessive e malinconiche song post-disco che mi siano capitate ad orecchio. Per questo la apprezzo ma anche perché è VERO sound Change, o meglio, "Goody music" (per chi non sapesse cosa sia, ripeto, si legga la mia rece su "The glow of love", sempre dei Change). Le altre cinque tracce sono la ballata ipnotica "Got to get up", il lento trascinante di "Angel", la funkeggiante "Stay'n fit", la energica "Tell me why" e l'oscuro brano di chiusura: "Don't wait another night".
In sostanza "This is your time" è un classico album alla Change, che non tenta di distinguersi ma mantiene fede alle promesse (orecchiabile, ballabile, godibile). Forse il sound complessivo non è più fresco come una volta, ma di sicuro non inadatto. Per chi comunque si aspettava sound più fresco allora consiglierei l'album seguente, "Change of heart", ma non prima di avere ascoltato questa perla. Bravi Change.
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