Inizialmente li avevo considerati il classico gruppettino americano usa e getta. Di quelli che sfornano il singolo carino che senti per una settimana in macchina e poi velocemente dimentichi. Mi sbagliavo. Sotto la pelle di questa band californiana di ben 8 elementi, c'è molto più di quanto l'apparenza faccia sembrare.

Si autodefiniscono "post-punk", in realtà io tracce di punk ne sento ben poche (x fortuna!). Sono a tutti gli effetti una band DANCE, soprattutto dopo questo loro terzo album. I primi due erano più funky-rock, questo fà decisamente ballare di più, ma senza sconfinare nel commerciale. Cosa suonano? Sono in realtà difficili da catalogare, ma personalmente se penso a un paragone penso subito a: Red Hot (primi tempi) + INXS + Depeche Mode. Alternano pezzi molto funky ad altri più elettronici. A livello di band contemporanee, starebbero bene sul palco insieme a Arctic Monkeys, LCD Soundsystem e White Stripes. Sono molto allegri, suonano spensieratamente il loro mistone con discreta tecnica agli strumenti senza cattiveria. Di primo acchito sento svettare su tutti in bravura basso e voce. Il primo ha suono pieno e rotondo che da una vaga allure anni'80 all'insieme dell'album. Il cantante ha voce molto calda, che a volte alterna con bravura agli ingressi acuti di una backing vocalist donna in pieno stile "disco di N.Y. City" ne "I Guerrieri della Notte".

La intro è anche la title track. Non è male, perchè fà subito battere il piede sotto il tavolo. La chitarra sa molto di film di Tarantino, e il giro di basso ricorda vagamente il buon "Flea" anni'80. La n.2 "ALL MY HEROES..." fa temere il peggio. E' un brutto pezzo uscito sicuramente da una jam session in saletta con qualche "frazzo" di troppo in corpo. Si arriva alla n.3 "MUST BE THE MOON". Cazzarola... gran pezzo! Il salto di qualità rispetto alle track precedenti è talmente forte da farli sembrare un altro gruppo. Oltre al corpo della canzone, molto orecchiabile e originale, ciò che stupisce sono gli ultimi due minuti solo strumentali. Un bel progressive in cui si apprezzano i fraseggi tra i diversi strumenti, tenuti su al solito dal bravissimo basso funky. L'elettronica c'è, ma non è nè predominante nè invasiva. Solo di contorno a rieimpire il quantum dello spartito. "A NEW NAME" si apre con una intro che ricorda un pò troppo i pezzi stile "Tears for Fears" oppure "Talk Talk", ma ci sta. L'incedere del pezzo però non regge le aspettative dell'inizio. Per la n.5 "Heart of Hearts" scusate ma conio un termine... "capolavorino"! Davvero un pezzo "of the vergin"! Anche se consiglio di ascoltare la versione del singolo (3:45) anzichè quella dell'album (6:02), che perde con la sua lunghezza un po della sua forza dirompente. Qui la backing vocalist donna e il giro di chitara post-funky la fanno da padrone. Il cantato semi-rappato da il tocco di classe e il giro di basso fa andare il piede. Se posso dare un consiglio alla band, cambiare batterista non sarebbe male. Gli stessi 7 con (senza scomodare i mostri sacri) il tipo degli "Arctic Monkeys" (che a me piace moltissimo) alla batteria sarebbero tutt'altra cosa. Questo è un pò troppo statico e quadrato per i miei gusti.

"SWEET LIFE" è una canzone che invece potevano evitare. Discrete però le percussioni tribali sul finire del pezzo. "YADNUS" è fichissima nella sua semplicità. Il riff di chitarra con wa-wa e dito di ferro crea un bel effetto californiano all'inizio. Poi parte il resto del pezzo molto dance anni'70. Niente male! La n.8, me l'aspetto sotto tono. E difatti lo è maledizione? Ma no, tutto sommato è meno peggio di tanti riempitivi di band ben più celebrate, ma troppo lunga. "BREAK IN CASE..." questa si che è bruttina. L'ultima "INFIFOLD", come ormai va di moda, è un pezzo che non centra nulla col resto dell'album. Pianoforte e voce per un lentone che boh... lascia un pò un gusto di orzata in bocca, ma ha il merito di far morire il cd senza sussulti.

Nel complesso ritengo che un album che contiene un "capolavorino" e 3 altri bei pezzi su 10 canzoni meriti di passare abbondantemente la sufficienza verso i lidi del 7. Però, si sente potrebbero fare e dare di più ma non riescono a decollare del tutto. Forse in 8 ci sono troppe anime diverse da accontentare? Curioso di vederli dal vivo...

Elenco tracce e samples

01   Myth Takes (02:23)

02   All My Heroes Are Weirdos (03:04)

03   Must Be the Moon (05:56)

04   A New Name (04:54)

05   Heart of Hearts (06:02)

06   Sweet Life (03:46)

07   Yadnus (05:13)

08   Bend Over Beethoven (08:06)

09   Break in Case of Anything (03:39)

10   Infinifold (05:11)

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Di  Pi.Per.

 Ritmi incalzanti da far muovere il culo anche ai cadaveri.

 'Heart of Hearts', il brano che in questo momento vorrei sempre ballare.