Normalmente non ascolto Baglioni, a parte le inevitabili occasioni in cui succede che passino una sua canzone alla radio.
La mia playlist è abitualmente composta da artisti tipo Peter Gabriel, Yes, Genesis, Kate Bush, Led Zeppelin, King Crimson, Deep Purple, Megadeth, Metallica, Rush, Marillion, Rammstein, Tori Amos, Caravan, Camel, Beatles, Bjork, ecc.. ecc.. ma nell'anno 2000, per una serie di circostanze lunghe da raccontare, mi accadde di entrare in possesso di un biglietto omaggio per un concerto di Baglioni a Milano. In quel concerto veniva presentato lo spettacolo relativo all'album appena uscito, che appunto era "Viaggiatore sulla coda del tempo".
Inaspettatamente Il concerto mi piacque parecchio, nonostante il fatto che a volte gli insistenti acuti da stornellatore romano di Baglioni mettessero a dura prova la mia capacità di ascolto. E così decisi di fare una cosa che non avrei creduto possibile: acquistai l'album in questione.
Che vi devo dire, questo "Viaggiatore" mi piacque e mi piace assai. I testi li trovo interessanti e sentiti, anche se la forma a volte risulta un po' troppo costruita alla ricerca della rima e dell'effetto.. ma glielo perdono in quanto spesso si tratta di un bell'effetto.
L'argomento dell'album è la fuga verso la ricerca di sè, e ci sono delle immagini sia sonore che testuali davvero belle. Si incontrano infatti molti suoni elettronici e una ricerca di sonorità che mi ha stupito. Le melodie sono sempre belle (ma questo è tutto sommato uno standard baglioniano), ma ciò che sorprende sono gli arrangiamenti ed i testi, davvero di qualità molto superiore a quanto mi attendevo e quasi "sperimentali"(considerato l'artista).
Si parte con "Hangar", dichiarazione di un uomo che progetta di abbandonare l'Hangar simbolico in cui ha vissuto per anni,
la volta che tolgo stand by
e mi dirò vai anche se
non sono più un ragazzo
per scappar di casa e andarmene
inseguendo e costruendo sogni mai rivelati, con la speranza di dare finalmente motore alle sue aspirazioni e voglia di esplorazione.
ho coperto il mio segreto
con un telo dentro un hangar
me ne andrò un mattino quieto
senza che nessuno pianga
...
mentre lucido il mio sogno
che mi spinge giù a valanga
dentro un ruvido bisogno
di lasciare un giorno questo hangar
Arrivano poi le (secondo me) belle riflessioni sul viaggiare e sul mondo in "Un mondo a forma di te"
meglio di no non voltarsi mai quando si va via
perché voltarsi è già un po' tornare è già nostalgia
...
così si va non perché ci sia qualche cosa poi
che è da vedere ma per vedere cosa c'è in noi
e poi non vedi mai ciò che pensi che incontrerai
ma trovi sempre quello che non hai pensato mai
...
i bianchi misero i neri
a combattere i gialli
per tenersi ciò
che presero ai rossi
le borse crebbero a nord
sulla fame del sud
mafie dell'est
nelle banche dell'ovest
la madri piansero i figli
che non sono tornati
da una guerra in cui
stuprarono donne
i vili fecero i forti
con le sorti dei vivi
i buoni uccisero
tutti i cattivi
Sul finale un bel coro di voci africane femminili fa da contrappunto al cantato.
Bellissimo poi il testo di "Si io sarò" che con immagini molto suggestive descrive il percorso interiore del protagonista alla ricerca di se stesso
traversai labirinti e portici
delle mie visioni
mi lasciai in mezzo ai vortici
di splendide illusioni
io violai le bugie dei codici
del bene e del male
e puntai a ore dodici
di un viaggio verticale
...
io varcai con un balzo i limiti
di quella pianura
e saltai giù senza tremiti
senza controfigura
poi scalai la montagna all'apice
sopra il mondo intero
navigai nel grande calice
del sonno del mistero
e pensai che potremmo essere
sogni di qualcuno
chissà mai noi tante tessere
di un firmamento bruno
Mi rendo conto che se continuo così finirò con lo scrivere 30 pagine, per cui sospendo la citazione dei testi e mi limito ad alcune brevi osservazioni.
In questo album Baglioni praticamente non parla mai di storie d'amore, se non indirettamente e solo in pochi punti e gli arrangiamenti sono assai più elettronici di quanto ci si potrebbe attendere da un cantante melodico come lui (vedi ad esempio "Chi c'è in ascolto" che parla delle chat via Internet). C'è un brano "Mal d'universo" con un testo molto intenso ed un potente arragiamento elettronico/orchestrale che sfocia in un chorus arioso, triste e sofferto, che meriterebbe di essere interpretato da un cantante lirico.
"Cuore di aliante" è stato il singolo radiofonico di questo album, e pur essendo gradevole, non rende giustizia alla complessità della storia "raccontata".
Questo album, a quel che mi risulta, non fu particolarmente gradito agli abituali fan di Baglioni, che lo trovarono "difficile" a livello di significati e troppo diverso dal solito in quanto ad arrangiamenti. Un album che consiglio a chi si sente di osare un gesto "politically incorrect" che potrebbe rivelargli sorprese.
Guitarkeyb
Carico i commenti... con calma