Claudio Rocchi è stato uno dei grandi personaggi della musica italiana: negli anni ’70 è stato il simbolo di certa controcultura libertaria. Dischi come Volo magico, Il miele dei pianeti, le isole, le api ed Essenza sono capolavori di psichedelia, venati da influenze orientali e misticheggianti e avevano un suono espanso. L’approccio di Rocchi era unico, i suoi testi spirituali e la sua musica spaziale. Purtroppo la morte ce lo ha portato via nel 2013. Nel 2011 ha però fatto in tempo a pubblicare uno split con gli Effervescent Elephants di Lodovico Ellena, protagonisti della scena neopsichedelica italiana degli anni ’80: in realtà i musicisti degli Elefanti avevano avuto le prime esperienze musicali nei ’70: spesso erano soliti lanciarsi in lunghe sessions improvvisate come era abitudine all’epoca. Lo stesso Ellena nel suo libro Storia della musica psichedelica italiana dà grande rilievo alla figura di Claudio Rocchi e fa capire quanto sia stato importante nella sua formazione. Non è sorprendente che, alla fine, il cerchio si sia chiuso e ci sia stata una collaborazione fra il musicista milanese e il gruppo di Alice Castello. Il disco è stupendo, ricco di musica all’insegna della creatività: si sente molto la mano di Rocchi in brani come “Niente di meno”, “Gli apostoli” e in “Apollo e le Muse”, quest’ultimo un viaggio mistico che profuma di India e di colori cangianti e psichedelici. In “(Andando al) La Mecca’ si sente tutta la magia della psichedelia: è una traccia espansa e arabeggiante in cui gli Elefanti si lanciano in un’improvvisazione che ci porta a visitare luoghi sconosciuti appartenenti a un’altra dimensione spazio temporale. La musica è ricca di buone vibrazioni e sensazioni e farà venire fuori l’animale mistico nascosto all’interno di voi stessi. Claudio Rocchi and The Effervescent Elephants suona come un piccolo testamento spirituale per un grande artista che ci ha lasciato e merita di essere ascoltato con la giusta attenzione e spirito.
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