Che tra gli attori ci fossero anche due figli d'arte l'ho saputo solo dopo aver visto il film, la prima è la trentunenne Francesca Ruth Fisher-Eastwood figlia di Clinton Eastwood Jr. (che per la cronaca aveva già recitato a 6 anni in un film del papà, ed anche a 21 anni nel musical Jersey Boys diretto sempre da Clint), che qui recita in pochissime ma essenziali scene (essendo una delle parti in causa per cui viene svolto il processo che si dirama lungo tutto il film), il secondo è Kiefer William Frederick Dempsey George Rufus Sutherland figlio dell'eccellente Donald McNichol Sutherland (rip) comparso nell'agosto di quest'anno, anch'esso qui recita in pochissime ma emblematiche scene, non l'ho riconosciuto subito anche perchè l'avevo letteralmente perso di vista dal 1993 dove interpretava Athos in “I tre moschettieri, e sì che da allora ha continuato a recitare in almeno una quarantina di film, ma questa è un'altra storia.

Questo è uno dei pochi film dove Eastwood non appare come attore, ma si percepisce la sua presenza per i temi trattati e per il modo in cui li tratta, c'è un suo marchio di fabbrica narrativo e lo si nota nel non appesantire le tematiche processuali americane, che diventano assai scorrevoli e acute sotto la sua regia.

I temi si diversificano e ognuno li interiorizza anche dalla propria capacità soggettiva oltre che da quella del regista, ovviamente si tratta della “Gustizia” o ehm, dell'ingiustizia, ma anche del bene e del male, dell'odio a priori verso un essere umano che non si conosce, dell'esigenza di mettere la verità davanti ad ogni cosa così come di occultarla per proteggersi da essa, la paura di perdere tutto financo la libertà, non per ultimo c'è la carriera come Procuratore Distrettuale a cui l'avvocatessa della Pubblica Accusa interessa più dei fatti reali, c'è l'innocente che fa da capro espiatorio piuttosto che si vada a fondo della questione legale anche perchè il fattore tempo diventa determinante per arrivare quanto prima ad un verdetto che chiuda la questione per tutti, giurati, avvocati, parenti coinvolti, insomma c'è molta carne al fuoco nonostante non venga cucinata tutta, ed in ogni caso il film merita di esser visto anche solo per il suo finale inaspettato e per l'inizio caratterizzato da quella che di solito chiamiamo “le coincidenze del destino”.

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