GIOCATTOLI DA SOFFITTA E PICCOLI INCANTESIMI

C'erano una volta due sorelline. Una era mora, l'altra era bionda: Sierra e Bianca, così venivano chiamate, si riconoscevano sotto il nome enigmatico quanto fascinoso di Cocorosie. Piccole donne nei loro abitini d'altri tempi, lontane dalla moda occidentale, lontane da quel rumore lontano che si sentiva appena in lontananza, verso le metropoli buie e tempestose, lontane dal rigore urbano, perse tra la natura di una vecchia fattoria a Montpellier, Francia del Sud. 

I loro vestitini di campagna ondeggiavano tra il grano e fiori colorati. I passi frusciavano tra l'erba. Bianca teneva tra le mani un piccolo registratore vintage e narrava piccole poesie sbilenche, tra la solennità del Baudelaire più dolente e la componente nonsense del dadaismo, Sierra ondeggiava sullo sfondo: l'ugola che richiamava le piccole creature dei boschi. Poesia e opera.

Sulla veranda la madre dipingeva una grande tela: un'orgia di unicorni in un prato incantato. Le due ragazzine cominciarono a rotolarsi nell'erba, a sentire le spighe pizzicare sulla pelle, il profumo dell'erba tagliata che entrava loro nelle narici. Poi il colpo di fulmine: saltellando raggiunsero la vecchia soffitta della loro casa di legno scricchiolante e lì trovarono i loro vecchi giocattoli.

Nonostante l'età, quelle piccole creature erano ancora bellissime e fascinose: c'erano milioni di sensazioni, milioni di colori e di suoni in quella soffitta illuminata solo da una finestra con panoramica sull'immenso campo di grano e fiori. Bianca fece scorrere sul parquet d'ebano un trenino giocattolo che emetteva strani suoni e li registrò. Fu l'impeto, il loro gioco che avrebbe trasformato le loro vite.

Una vecchia chitarra di papà e le due si improvvisarono musiciste. Mai avrebbero immaginato, però, che dal loro giocare sarebbero nate alcune delle più belle melodie degli anni 2000. Lontane dai ritmi biechi e cool, lontane dalla musica trendy, le Cocorosie aprirono la loro arte come se fosse un vivace ventaglio.
Sedute per ore e ore sul parquet d'ebano che sapeva di tradizione, le due aprirono le danze con una straordinaria "Terrible Angels", un amore a primo ascolto: semplice, diretta, ma estremamente bellissima e in grado di entrare sottopelle fracassando il cuore.

"If Every Angel's Terrible...
Why do you welcome them?"

Piccola elegia che lascia spazio ad un'altra memorabile litania casalinga: la meravigliosa "By Your Side", danza trip-folk vagamente retrò e penetrante con un testo ironico e triste che subito colpisce. Ma le sorprese non finiscono qui. Più le Coco cantano e più spuntano fuori melodie, vecchi giocattoli che spuntano dal nulla, chitarre solitarie, pezzi d'opera, seduzioni folk d'altri tempi... Piccoli gioielli destinati a formare un capolavoro.

Impossibile non innamorarsi, infatti, di una nenia amorosa come la straordinaria "Good Friday", o ancora è impossibile a non reagire di fronte  all'ironico folk anticlericale "Jesus Loves Me" o alla nostalgica, bellissima danza della pioggia "Thaiti Rain Song".

Voci angeliche, provenienti da un altro mondo, dolcemente sospirate o emanate come poesia, un flusso di suoni che prendono colore. Così, persino una ballata solo apparentemente minore, come la poetica e emozionante "West Side", un minuto e venticinque secondi di assoli giocattolo ritmati e voci sussurrate che si incrociano, come se facessero l'amore. 

Se poi da quelle due gracili fanciulle escono anche gioielli come la sconvolgente "Madonna", che tocca le corde dell'anima come se fossero quelle di una chitarra e la conclusiva, sospesa ed enigmatica "Lyla", epitaffio di una poesia di quaranta minuti scarsi impossibile da dimenticare. Nemmeno per quelle due sorelle, che lasciarono le loro voci in quella soffitta, pronte ad intrecciarsi a ritmo con le loro emozioni di bambine. 

Qui c'è quella spontaneità, quella bellezza e l'immediatezza nel creare arte, di cui sono in grado solo i bambini.
Infatti, una volta cresciute, le Cocorosie, non-musiciste per antonomasia quanto firinguelli d'amore, si incapperanno in un vicolo cieco e realizzeranno altri due album, buoni sì, ma nulla a che vedere con questa seduzione di prim'ordine. Uno dei dischi più belli del decennio appena passato. Ho il cuore distrutto.

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