Ci sono dischi che non chiedono di essere ascoltati. Ti scelgono loro, ti piombano addosso come una febbre improvvisa, come un incubo bellissimo che non riesci a scrollarti di dosso. Black Antlers dei Coil è uno di questi. Uscito nel 2004 come fantasma da tour, oggi è risorto grazie alla ristampa Dais Records. Ma non è mai morto, in realtà. Era lì, acquattato. Aspettava.
Altro che “lavoro minore” – questa è l’ultima vera metamorfosi vivente dei Coil, un disco dove il sole brucia, ma non scalda. Il titolo potrebbe trarre in inganno: non ci sono corna nere da caprone esoterico, ma una pulsazione elettronica sporca, torbida, carnale, che vibra tra i resti della club culture e il glitch rituale da fine del mondo.
"The Gimp (Sometimes)" ti ipnotizza come un mantra stanco e bellissimo. "Teenage Lightning" brilla come una festa andata male in una casa infestata. E poi arriva lei: "Sex with Sun Ra", la doppia invocazione a un jazz alieno che diventa orgasmo astrale, glitch jazz rituale, sacrilegio cibernetico. Il Sun Ra evocato qui non ha niente di poetico: è un’entità mutante che ti entra sotto pelle, si muove tra i neuroni e li riscrive. Se lo ascolti a occhi chiusi, ti fa evaporare.
Il vero incubo dolce è “The Wraiths and Strays of Paris”, collage malinconico di live, sogni e droni sintetici, dove i Coil diventano sacerdoti stanchi di un culto che stanno bruciando da dentro. E poi “All the Pretty Little Horses”, ninna nanna terminale: una madre che ti canta per farti dormire, ma non c’è nessuna culla, solo un buco nero.
Black Antlers non ha la compostezza di The Ape of Naples. Non è un requiem, è un delirio lucido, un rituale danzante attorno al nulla. È uno dei Coil più vivi, più erotici, più perversamente luminosi.
Un disco sporco, carnale, ambiguo. Come il momento prima di un’eclissi.
Elenco tracce testi e video
03 All the Pretty Little Horses ()
Hush-a-bye
Don't you cry
Go to sleepy little baby
Go to sleepy little baby
When you wake
You shall have
All the pretty little horsies
All the pretty little horsies
Blacks and bays
Dapples and greys
All the pretty little horsies
Way down yonder
In the meadow
Lies a poor little lamby
Bees and butterflies
Flitting round his eyes
Poor little thing is crying
"Mammy"
Go to sleep
Don't you cry
Rest your head upon the clover
Rest your head upon the clover
In your dreams
You shall ride
While your mammy's watching over
Blacks and bays
Dapples and greys
All the pretty little horsies
All the pretty little horsies
All the pretty little horsies
All the pretty little horsies
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Altre recensioni
Di mementomori
Poteva mai uscire qualcosa di sbagliato dalle mani di Peter Christopherson? Poteva non emozionare la voce di John Balance? Ovviamente no.
In 'Black Antlers' il pensiero che prepotentemente si affaccia alla mente è più semplicemente 'che razza di cazzuti erano i Coil!'