Non esiste confine tra il suono e l'allucinazione, tra la realtà e l'incubo. Live Four non è semplicemente un album dal vivo: è una porta che si apre su un universo sconosciuto, fatto di pulsazioni, frequenze oscure e rituali sonori che trascendono il tempo e lo spazio. Questo non è un concerto, è una messa nera, un rito arcano in cui le leggi della fisica si deformano e l'ascoltatore viene risucchiato in un vortice di visioni ipnotiche.

L'inizio di questo viaggio comincia con "I Am Angie Bowie (Sine Waves)", dove il silenzio si rompe con onde lente e profonde che vibrano nello spazio. Qui non c'è voce, nessuna narrazione o guida. Sei lasciato solo con il suono, che si espande e ti avvolge, come se stessi galleggiando in un liquido amniotico elettronico. È una sensazione primordiale, quasi subacquea, dove il tempo sembra allungarsi e ogni onda diventa un respiro profondo. Questa traccia è il portale, una soglia tra la percezione ordinaria e l’ignoto.

"Last Rites of Spring" ti trascina senza preavviso in una cerimonia funebre per un mondo che non conosci. Il ritmo è lento, quasi solenne, come un’eco di campane in un tempio lontano. Le frequenze elettroniche si piegano come fili di luce, e la sensazione di smarrimento aumenta. Qui i Coil evocano un rituale che senti profondo, ma che sfugge a ogni definizione. Non c’è ritorno. Stai marciando verso un orizzonte di ombre, e ogni nota ti ricorda che la primavera, in questo mondo, è un ciclo spezzato.

"Are You Shivering?" è un brano da ascoltare al buio nella propria stanza. Non a caso è tratto dal doppio disco capolavoro "Musick To Play In The Dark". Le vibrazioni penetrano nelle ossa, fredde come il vuoto dello spazio. Questo brano è una discesa nel freddo cosmico, un viaggio nel ventre dell'universo, dove la solitudine e l’inquietudine si confondono. Le onde sonore si propagano come sciami di particelle subatomiche, toccando nervi che non sapevi di avere. Il tuo corpo risponde con un tremore involontario, e ogni battito sembra sincronizzarsi con il respiro dell'ignoto.

"Amethyst Deceivers" si dispiega come un serpente che scivola nell'oscurità. È una traccia che trasuda inganno e bellezza allo stesso tempo e, col tempo, è diventato uno dei loro classici. I Coil ti trascinano in una spirale discendente, dove ogni suono è liquido, ipnotico, e si intreccia con i tuoi pensieri, offuscandoli. C’è un senso di inganno sottile, una promessa che non verrà mai mantenuta. Sei immerso in un oceano di suoni ambrati, ma ogni onda ti porta più lontano dalla luce.

"A Warning From The Sun" è esattamente ciò che promette: un avvertimento. Ma il sole non è fonte di calore e vita, è una stella morente, pronta a consumare tutto. I suoni sono taglienti, lenti, come una profezia apocalittica che non puoi ignorare. C'è una tensione latente, una sensazione che qualcosa di catastrofico sta per accadere, ma che sei impotente di fronte a esso.

E poi, arriva "The Universe Is A Haunted House". Qui, il titolo non lascia spazio all'immaginazione: sei dentro un luogo infestato, ma non da spiriti umani. Il suono è vivo, si aggira tra le mura dell’universo come una presenza invisibile. Ogni nota, ogni silenzio, è una manifestazione di ciò che non puoi vedere, ma che senti chiaramente. I Coil dipingono un quadro sonoro in cui la realtà stessa è un'illusione fragile, pronta a frantumarsi in ogni momento. Qui sei perduto, circondato da ombre che non ti lasceranno mai andare.

"Ostia" ti culla in una malinconia profonda e devastante. Questo brano è uno dei loro capolavori, un inno funebre per Pier Paolo Pasolini, allo stesso tempo bellissimo e straziante. Le onde sonore si espandono come una sabbia infinita, e la voce di Balance è lontana, sussurrante, come un soffio portato via dal vento. È un momento di contemplazione, un requiem per ciò che è stato e non potrà mai essere recuperato.

"I Don’t Want to Be the One" è una presa di coscienza, una dichiarazione di resistenza contro un destino ineluttabile. C'è una tensione costante in questa traccia, un conflitto tra ciò che è stato e ciò che deve venire. La voce si fa più cruda, quasi disperata, mentre il suono si intensifica, come se stesse tentando di sfuggire a una trappola invisibile.

"Bang Bang", la cover di Sonny Bono, appare quasi come un sogno lucido, un momento di distorsione della realtà. Balance gioca con il testo, lo distorce, lo modella fino a farlo diventare un frammento di un altro mondo, una dimensione parallela dove il concetto stesso di canzone pop viene scomposto e ricostruito.

Quando l'ultimo suono di An Unearthly Red si dissolve, rimani sospeso in un vuoto strano, come se il mondo attorno a te fosse cambiato in modo impercettibile ma irreversibile. Live Four è uno dei migliori album live dei Coil, un capolavoro della loro arte esoterica e ipnotica. Insieme a And the Ambulance Died in His Arms, cattura l’essenza della loro magia dal vivo: il potere di trasformare un’esibizione musicale in un'esperienza trascendentale, un rituale che tocca i confini della coscienza e dell'immaginario.

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