Per comprendere il nuovo lavoro dei Coldplay non è certo necessario avere una “Testa stracolma di sogni” … basta una buona dose di leggerezza mista ad allegra disillusione, un dispositivo mobile dove riprodurre le tracce, auricolari e qualora si abbia una vocazione canterina, lo spazio adeguato per non essere colti in fragrante a intonare uno dei tanti “refrain” o cori presenti nell Album …

“A Head Full of Dreams” è senz'altro il disco più pop della band più contemporanea e poliedrica che attualmente esita in circolazione ... “Canzoni per le masse” era il titolo di uno degli Lp più famosi dei Depeche Mode e sembra che l'evoluzione commerciale dei 4 ex ragazzi intimisti di “Parachutes”, si sia compiuta in questo senso (ovviamente non a livello qualitativo), ovvero un album dove ogni canzone può essere un singolo, dove l'orecchiabilità dei ritornelli e delle melodie viene mixata e immersa e in un gorgoglio sonoro tra il ridondante e il suggestivo. Un sommo tentativo di equilibrare l'elettronica più “Cool” in circolazione, con il più familiare sound “Cold” dei 4 ragazzi britannici, un susseguirsi di richiami e spruzzate Disco-Funky, R&B (purtroppo), Soul, Gospel, “Soft” Rock tutto compresso, impacchettato e infiocchettato molto molto Pop.

Artisticamente non si aggiunge assolutamente nulla e il limite tremendo è tutto qua (e non è affatto poco), ma come idea di disco alla fine risulta coerente e credibile molto di più degli ultimi due lavori: “Mylo Xyloto” un disco con troppe pause e senza un vero filo conduttore ne musicale ne tematico e “A Sky Full of Stars”, un album tanto coraggioso, date le estreme scelte sonore, quanto poco gradevole all’ascolto finale.

Il tema conduttore di “ A Head Full Of Dreams” è forse anche troppo banale, rialzarsi “Up & Up!”, tornare al colore e al movimento dopo una bella pausa con i piedi per terra fissando un cielo pieno di stelle ma tremendamente scuro… Per partire bisogna allora attrezzarsi con un bel bagaglio di colori spruzzati sulla copertina che diano moltissima vivacità all’immagine, poi si deve premere “Play” … e a poco a poco si avvicina il groove Disco – Funky di “A Head Full Of Dreams”, in modo da escludere categoricamente in partenza la benché minima possibilità che l’ascoltatore possa esser minacciato da reminiscenze dei primi due dischi. Il pezzo scorre anche grazie agli inserti di chitarra che Jonny Buckland pennella con la sua magnifica misuratezza e nonostante i cori da stadio che da Viva La Vida in poi si ripresentano puntualmente ogni volta come una tassa da pagare... Con "Birds" il cammino procede in maniera più leggera e spedita, forse la traccia più interessante del disco, un volo a tratti planato e sussurrato con un arrangiamento più scarno ed essenziale ma tutt'altro che banale come la sua chiusura.... di li a poco gli uccellini annunciano sullo sfondo i vocalizzi di Beyoncè, nell'episodio più trash del disco "Hymn for the Weekend" che già dal titolo prepara al peggio, in cui gli"Oh oh oh" di "Crazy in Love" si trasformano in "I Ahi Ah" e "La La La" , facile intuire il notevole livello di "cazzeggiamento pseudo-ludico-ammiccante" del pezzo di cui salvo solo il groove percussivo della strofa... Sopravvissuti al 4.19 minuti della traccia precedente la strada di fa decisamente in discesa ed il piano di Chris ci consegna la prima ballad del disco "Everglow", un pezzo piuttosto autobiografico e diretto che in linea teorica dovrebbe non sorprendere data la linearità melodica e il sound equilibrato, invece colpisce l'intensità interpretativa in particolare sul ritornello alternato tra falsetto e voce piena (quasi ai limiti della stecca), questo per dire emozioni...

"Adventure of A Lifetime" al primo ascolto poteva suonare al massimo come una pessima attualizzazione di "Qualcosa in stile Rio" dei Duran Duran, sul disco nella sua versione completa trova una contestualizzazione ottimale, così è possibile apprezzarne la spensieratezza, la freschezza e alcune scelte stilistiche peculiari non così frequenti all'interno di un primo singolo fondamentalmente funky, con un intreccio ritmico cadenzato da stop e dei bassi sinth in stile "Planet Funk" a introdurre il refrain, le scale di chitarra ripetute che alla fine diventano un semplice e allegro solo... "Fun" è un non duetto (Tove Lo infatti fa da contro-voce solo nella seconda strofa e la si sente il giusto) fondato su un bell'arpeggio di chitarra, su un atmosfera sospesa e un'apertura melodica un filo prevedibile, si riprende il tema dell' "Ok è Finita! Sono stato male ma ora anche basta!...Divertiamoci comunque!" Johnny B. sforna poche note ma come al solito sublimi e il finale del pezzo vale la lode... Il piano Caleidoscopico con voce rassicurante del Presidente Usa ci conduce ad "Army of One" quasi una rivisitazione di "Paradise" ma decisamente più efficace e interessante, con un bel controtempo in levare che si ripete (per la serie fatelo suonare Will Champion!), un interpretazione all'altezza e tutto scorre in modo apprezzabile (vocoder compreso) ... "Amazing day" è l'altra notevole ballad del disco, i colori vengono suggeriti dalla chitarra e con un crescendo di archi sullo sfondo il brano rischia di suonare come una "My Way" stile Coldplay, ma per fortuna ci si accorge che in realtà è stata solo una giornata, anche se incredibile e i riflessi sonori di luce finali lo testimoniano ... Così arriviamo al punto finale "Up&Up" ovvero il messaggio iniziale, un pezzo che sta a questo disco come "In your Eyes" a "So" di Peter Gabriel (sempre con i dovuti distinguo di livello e qualità artistica), dove tutti salgono sul palco e fanno un coro, suonano una percussione, improvvisano una coreografia, buttano li un solo (come Noel Gallagher), vocalizzano a più non posso urli e schiamazzi d'ogni sorta (anche meno Chris!) ma si divertono alla stragrande ...

Ed il senso è tutto qua: come dicevano i Rolling Stones "It's only Rock & Roll But I Like It!" ... qua "E' solo Pop" ma se non abbiamo pretese cantautorali di salvare il mondo, di far riflettere o tentare un "Brainwashed" collettivo, allora può anche essere piacevole e divertente lasciarsi saltuariamente contagiare da questo sognante e ben confezionato flusso di ottimismo sonoro.

Piccola postilla finale sulla bonus track "Miracles" che vale sicuramente la pena di inserire nella track list del disco al posto della canzone con Beyoncè. Poco ma sicuro!

Carico i commenti... con calma