Ci vorrebbero loro al posto di Monti! Austerità, nazionalizzazioni forzate, piani quinquennali e lotta alla tossicodipendenza; nonché rigore dei costumi e anti frikkettonismo istituzionalizzato. Lo "spread" diventerà, solo allora, un problema di secondaria importanza.

Il nome, ovviamente, potrà trarre in inganno chi, per ignoranza o per ottusità, continua a considerare gli "skinheads" come movimento vicino all'ultradestra e alle varie sigle para-ferroviarie: Fn, Ft, Cpi, Vfs e chi più ne ha più ne metta.

Sbagliato!! I Colonna Infame Skinhead erano composti da uno skinhead straight edge marxista e da due punx incazzati con il sistema produttivo capitalistico, con i celerini, con i fasci ma forse ancor di più con i "nemici interni". Non c'è un solo slogan pro-marijuana né l'apologia punkreatica del ragazzino straccione. Se sei un hippie del nuovo millennio, sappilo, sei automaticamente nemico del popolo!

Ascoltate brani come "Nessuna Pietà", "Tu Non Sei dalla Mia Parte" o "Ferro e Fuoco". Ascoltateli ben benino per capire che, ancora oggi, una microfazione rossa non ne può più di pacifismo, straccionismo e anti-proibizionismo. Manca un affondo ai dico-pacs (della serie: <>) ma il tutto è comprensibile: parliamo di materiale pubblicato anni prima dell'inutile kermesse concernente i liberalissimi e trendy "diritti civili".

Oi!, Punk classico e Hardcore. Qualcuno ha parlato di "streetcore", ma lasciamo certe definizioni ai pennivendoli di regime. Ci sono canzoni veloci, questo sì, ma anche brani che richiamano la rabbia "working class" caratteristica dello stracitato Oi! Presenti due cover storiche: "Lunga Vita ai Ribelli Oi!" (Nabat) e "Borghesi" (Rough). Può bastare?

Diciamocelo: siamo stufi degli studentelli con le All Star's e dei figli di papà coi "capelli colorati e un futuro da padrone". Alla larga indie rockers, fan dei Baustelle, metrosessuali, emo, punk for fun, scaruffiani e ondarockettini.

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