Sarà che sono vecchio e stanco.
Sarà che non sono più il ghepardo di una volta.
Sarà che i milanesi ammazzeranno pure il sabato, ma almeno possono andare a vedersi più o meno ogni gruppo, di più o meno ogni genere musicale, a 10 minuti di strada dal loro panettiere.

Sta di fatto che (mi duole ammetterlo), fino all'ultimo sono stato titubante: 480 Km in macchina da solo per vedere tre tedeschi che fanno stoner in un baraccio del vicentino hanno rischiato di essere davvero troppi...


Ci sono cose di questo mio primo "Concerto dei Colour Haze  - DeMeeting per facce da culo" che spero di non dimenticare facilmente:

  • La pizza salsiccia e porcini con Azzo e Ole e le Azzo-compilation sparse sul sedile posteriore della Azzo-mobile. Azzo che mi prende per il culo perché ho spaccato le balle a tutto il sito con 'sti Colour Haze. Ole che mi racconta di quando ha incontrato Bisius fuori da scuola...;
  • Il Sabotage Bar, a cui voglio fare le mie più sincere scuse per averlo inizialmente irriso con un "...'mmazza che cesso!".
    Intendiamoci: non che sia il Plaza Hotel... Per prima cosa è quasi tutto rosso. E grezzo. Conficcate nel soffitto ci sono due balle da discoteca attaccate l'una all'altra e un lampadario Luigi XVI trovato nelle patatine. Il bagno è tappezzato con pagine di manga pruriginosi e così, mentre fai pipì, rischi pure che Ercolino ti diventi barzotto con conseguente auto-innaffiatura.
    Poi, però, ti accorgi che c'è anche del buono... Ci ha suonato un bel po' di bella gente (rectius: un bel po' della bella gente che mi piace ascoltare). Non si paga l'ingresso, non c'è consumazione obbligatoria e non ci sono maggiorazioni. E una delle tipe al bancone ha dei gran begli occhioni azzurri. Non so come dire: "Mamma, esco a bere una tazza..." e con 4 euri mi faccio birra e concerto degli Orange Sunshine...
    Grande Sabotage!!
  • I due leoni d'oro zecchino a 24 carati con occhi di rubino "sangue di piccione", posti a guardia del bancone del bar.
    Belli. Sì, sì. Proprio belli.
    Probabilmente recuperati all'asta fallimentare di un qualche ristorante cinese, danno quel tocco radical chic che spesso manca ai locali "rock". Sono certo che anche i Colour Haze ne abbiano apprezzato lo stile e la pregevole fattura;
  • Le battute di Azzo sugli Underdogs (il gruppo che ha aperto la serata), che hanno oscillato da un lapidario "Questi mi avevano spaccato il cazzo ancor prima di iniziare...", ad un impietoso "Ma se devono suonare stoner, perché sembra che facciano cover dei Motorhead?". Poveri Underdogs...
  • La faccia da impiegato dell'Agenzia delle Entrate di Philipp: quasi immobile, pressoché imperturbabile mentre suona un basso che peserà si e no qualche etto in meno di lui. A guardarlo, pare un super nerd in ferie a Marina di Cecina: occhialoni, calvizie incipiente e maglietta infilata nei pantaloni. Non credo che a scuola fosse il più fico della classe, però ispira simpatia.
  • Stefan che suona a piedi nudi. Ha un alluce grande quanto la mia faccia. Tra una canzone e l'altra farfuglia qualcosa in una specie di esperanto teutonico, che alle mie orecchie profane giunge come un misto di IngleseKrautiko e Sfasciacarrozzese. Il tutto senza mai superare i 15 decibel.
    Prima del concerto io e gli altri debaseriani gli molliamo più soldi di quanto probabilmente sia stato il cachet della serata e lui ci ringrazia timidamente. Azzardo a dirgli: "Non so se ti ricordi di me, qualche mese fa ti ho rotto le balle per un'intervista ... you know, five questions, stuff like this...". E lui ha fatto pure finta di ricordarsi! Davvero un ragazzo d'oro!
  • Le facce di Manni. Più che un batterista, un polpo con ambizioni da genio guastatore. Più che un polpo, uno che quando suona pare farsi dei viaggioni tutti suoi. Maltratta divinamente una batteria che scompare se paragonata a quelle di tanti batterai sboroni che se non hanno 4 rullanti e 15 tom non salgono nemmeno sul palco. E intanto rifila al pubblico una serie di smorfie, boccacce e cipigli che spaccano. Si passa dal sorriso tirato e sofferto di un "Hiiii... questa volta mi sa che ho davvero esagerato col peperoncino!" alla boccuccia ad imbuto in stile "Uhhh baby... non ti fermare!!". Spettacolare.
  • "Love". Più o meno da sempre la mia canzone preferita dei Colour Haze. Scelta dal gruppo per chiudere il concerto. Ascoltata in prima fila, quando ormai un bel po' di pubblico si era spaccato le balle, tentando invano di ricordarmi un testo che non ne vuole proprio sapere di rimanermi in mente. Splendida.


Il resto?
Il resto sono solo fregnacce, piccole derapate su una mutanda altrimenti intonsa: una scaletta fin troppo incentrata sulle uscite più recenti, un viaggio di ritorno tutto sommato devastante, trascorso alternando Marlboro e dischi dei Morkobot per tenermi sveglio, un paio di soste in Autogrill da film dell'orrore e una tartina con asparago bianco che mi è sembrato di sentire supplicare: "Uccidimi... ti preeeggooo" ...e poi, forse, col senno di poi, avrei ordinato una Napoli con i peperoni...

...480 Km in macchina da solo per vedere tre tedeschi che fanno stoner in un baraccio del vicentino hanno rischiato di essere davvero troppi...
Credo che se ad aspettarmi non ci fossero stati Azzo e OleEinar, avrei rinunciato.
E per questo sono loro grato.

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