'Cosmo's Factory' è il quinto album dei Creedence, e sicuramente il loro album più famoso, e anche quello che ha ottenuto i maggiori successi commerciali. Album che ha saputo sintetizzare in modo esemplare il suono e lo spirito di un'epoca. Quel rock essenziale e stringato tipico di Fogerty e compagni ha rappresentato infatti un'efficace colonna sonora delle dillusioni dei Sixties, una specie di dieta equilibrata per guarire dalle intossicazioni da rock lisergico dei Grateful Dead e Jefferson Airplane.

In quegli anni i Creedence hanno rappresentato l'area moderata della California: un gruppo atipico sia musicalmente che filosoficamente. Eppure sono stati il punto di diamante dell'industria discografica, abili come nessun altro a confezionare meravigliose canzoni a quarantacinque giri così come Lp di straordinario impatto artistico ed emotivo. Costruiti intorno all'indiscussa figura leader del carismatico John Fogerty i Creedence si formano nel 1959 a El Cerrito, nella East Bay di San Francisco dove nella locale high school i due fratelli Fogerty, entrambi chitarristi conoscono il bassista Stu Cook e il batterista Doug Clifford. Tom Fogerty è un abile chitarrista, ma nella band viene offuscato dal talento di suo fratello John.

Dopo aver suonato per qualche anno a livello locale nel 1964 firmano per la prestigiosa Fantasy Records di Berkeley. Con il nuovo nome di Golliwogs incidono il singolo ‘'Brown - Eyed Girl‘', ma non hanno seguito. Dal 1967 decidono di chiamarsi Creedence Clearwater Revival. Con alle spalle una dura gavetta e una straordinaria esperienza maturata negli otto anni prima della notorietà quando totalizzano 2000 ore di studio accompagnando loro stessi o altri oscuri talenti in cerca di notorietà, essi sanno bene come lavorare in una sala d'incisione.

Con 'Cosmo's Factory' i Creedence si fanno promotori di quel genere musicale che loro stessi amano definire bayou country o swamp rock in virtù di una piacevole ossessione che nutrono per la musica e la cultura della Louisiana. In quelle zone paludose a un centinaio di chilometri a est di New Orleans ci sono le terre abitate dai cajun, e essi si rivolgono a questo mondo sperduto, spesso colpevolmente dimenticato dall'America dei consumi, per ispirarsi e darne una rilettura assolutamente personale. Fanno loro la terminologia legata a quelle terre e la sviluppano su ritmi e suoni che trasmettono a modo loro il fascino della Louisiana. Nascono così le swamp song. Uno ‘'swamp‘' letteralmente un acquitrino o un terreno paludoso, che è un sinonimo di ‘'bayou''. Secondo John Fogerty per fare un brano "swamp" ci vogliono una chitarra col tremolo, una voce potente dal timbro gospel, un testo mistico con espressioni caratteristiche come ‘'blue moon swamp‘' creando così la classica atmosfera dei pezzi dei Creedence, vere e proprie antologie di ‘'american music‘'.

'Cosmo's Factoy' è espressamente dedicato da John al batterista Doug Clifford, che era soprannominato ‘Cosmo‘ perché era il più lunatico della band. Per ‘fabbrica‘ si era sempre inteso il luogo dove i Creedence suonavano. Con lo stesso nome di ‘Cosmo's Factory‘ si è poi identificato il luogo dove l'album è stato concepito. Si tratta di una specie di quartier generale al 1230 Fifth Street di una serie di enormi magazzini situati nella zona industriale di Berkeley. Un piccolo ‘loft‘ è adattato come ufficio mentre, riparata da tendoni blu, nell'angolo dello stanzone principale viene ricavata la sala prove. Tutti i giorni per sei settimane prima delle registrazioni, i Creedence si recano verso mezzogiorno al Cosmo's Factory a provare gli undici brani che verranno incisi su nastro negli studi della Fantasy. Il disco presenta all'apice dell'espressione, l'eclettismo della band e la sua formidabile capacità di interpretare con efficacia e feeling le musiche americane delle radici. Dentro c'è un po' di tutto: il blues del Delta e di Chicago, la pop music della California, echi di rockabilly, classico rock'n'roll, venature country, sonorità soul, accenni jazz e l'inusuale swamp rock della Louisiana.

Ogni componente del gruppo ha le sue preferenze. Doug Clifford considera ‘'Lookin Out My Back Door‘' il pezzo più rappresentativo del disco. Tom Fogerty ritiene ‘' As Long As I Can See The Light ‘' la migliore canzone dell'album e l'assolo di sax del fratello John un vero gioiello. Stu Cook predilige due cover: ‘'Ooby Dooby‘' portata al successo dal grande Roy Orbison nel 1965 e ‘'My Baby Left Me ‘' di Arthur Crudup anche perché sono i pezzi che hanno convinto il gruppo a intraprendere seriamente una carriera come rock band. E poi perché Roy Orbison è stato un'influenza decisiva nella maturazione artistica di John Fogerty. John ricorda con piacere anche ‘'Before You Accuse Me‘' di Bo Diddley perché la suonavano insieme nei bar agli inizi della loro carriera. Quel cuore è stato sempre nel cuore di John. Lo stesso John ricorda che Cosmo's Factory è stato l'album più facile e divertente da incidere. Sono andati in studio e lo hanno realizzato in una settimana senza problemi. L'unico brano sul quale hanno lavorato molto è stato ‘'Heard It Trough The Grapevine ‘' di Marvin Maye. L'avevano già inciso parecchi artisti ma John ha cercato di creare un arrangiamento diverso. Alla fine è uscito fuori un brano di oltre 11 minuti.

Il disco contiene due capolavori a firma John Fogerty. Il primo ‘' Travelin' Band ‘' è un rock'n' roll mozzafiato, scritto in una camera d'albergo, che racconta le vicissitudini di un musicista rock e il suo amore - odio per la vita on the road, per i concerti, le tournèe e tutto ciò che gira intorno a questa professione. Il secondo ‘'Who'll Stop The Rain‘' è divenuto ben presto simbolo di un'intera generazione. In tre minuti si esprimono in maniera drammatica tutto il malessere, le tensioni, le aspettative e le speranze dell'uomo moderno. Un brano di rara bellezza, una magnifica parabola di angoscia e impotenza, un autentico inno giovanile. Prima di questa canzone lo stesso Fogerty affermò che non aveva la sicurezza di scrivere qualcosa di impegnato e profondo, di veramente suo. Questa canzone gli ha cambiato la vita e da quel momento in poi egli ha sentito l'esigenza di raccontare ed esprimere le cose che vedeva intorno, soprattutto quelle che non andavano bene. ‘'Run Through The Jungle ‘' nasce da un'idea di Stu Cook ed è un brano acido e psichedelico, con un'atmosfera visionaria, quasi irreale, sulla guerra del Vietnam raccontata dal punto di vista dei soldati. ‘' Up Around The Bend ‘' è un semplice rock dal riff atipico ma di grande effetto. L'album si chiude con ‘' Long As I Can See The Light ‘', una coinvolgente soul ballad accompagnata da un sax melanconico, da un pianoforte fluido e da precisi contrappunti ritmici. La sezione ritmica dei Creedence affidata a Stu Cook e Doug Clifford è qui più che altrove inimitabile e precisa: uno dei punti di forza del quartetto californiano.

In dieci giorni 'Cosmo's Factory' balza in testa alle classifiche mondiali e diviene disco di platino.

Il resto è storia.

 

 

 

 

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