Sulle rovine di questo mondo distrutto e prossimo all'apocalisse (nonostante quello interiore sia già accaduto ben prima della nostre nascite) le domande sono sempre le stesse. Quale felicità c'è in questo corpo di ossa che ci racchiude? Il vento ci spinge sopra la polvere, e, fischiandoci attraverso, crea le melodie della fine del mondo.

Queste melodie sono state registrate ed editate in un disco live dei Current 93. A chi ha ascoltato Thunder Perfect Mind sarà sicuramente rimasto impresso il brano "Hitler as Kalki (SDM)", sia perchè affronta atmosfere in maniera molto diversa rispetto il disco (grazie alle chitarre di Nick Saloman) , sia per i suoi quasi diciassette minuti, sia perchè si prova l'esperienza di partecipare alla cavalcata distruttiva di un novello Hitler reincarnato in Kalki. A chi ne è restato impressionato ed entusiasta, sicuramente sarà capito di scoprire nella infinita discografia della corrente un album live con questo titolo.

Ad aprire il disco (e anche a chiuderlo) troviamo "Imperium V". Chi ha ascoltato Imperium (il disco dell'87 in cui si assiste ad uno delle prime unioni tra industrial e atmosfere folk e gotiche) sa che le traccie sotto questo nome sono quattro. E qui troviamo la quinta, che riassume quasi tutte le liriche dei prime (molti delle quali in realtà sono versi biblici, tratti dal Ecclesiaste 3) in un formato canzone dark folk, tipico dell'annata. Ed è proprio il caso di dirlo, perchè ricorda molto "Moonlight, You Will Say" di Of Ruine or Some Blazing Starr, disco del 1994: la musica di questo brano (composta in buona parte da Cashmore) live sarà utilizzata per creare un brano, con uno spirito ben diverso. 

Dopo i primi sette minuti di Imperium V arriviamo dritti al dunque. "Hitler as Kalki" (SDM) riprodotta live per intera, in una esecuzione impeccabile. Nonostante la qualità del suono e del mixaggio non siano superlative (anzi, e questo vale per tutto il disco), si riescono a sentire bene l'intrecciarsi le chitarre apocalittiche. Ricordiamo che Tibet dedica questa canzone al padre, che ha combattuto il nazismo, che per l'autore il dittatore è stata una reicarnazione del male assoluto, siamo molto distanti da certe atmosfere ambigue dei Death in June. 

Dopo questa cavalcata elettrica che ti lascia sempre sfiancato ma diabolicamente eccitato, inizia un terzo brano ancora più tremendo. Si tratta di "Christ and the Pale Queens Mighty in Sorrow", title track del disco appunto omonimo del 1988. Questa volta la riproduzione non è fedele, in quanto l'atmosfera, con un crescendo di ossessioni, diventa apertamente più industriale, con uno Stapleton più in forma che mai. Molta meno precisione elettronica da studio, tanto furore live. Delle percussioni industriali reggono il clamore di rumori di macchine e chitarre impazzite, mentre un Tibet più in forma che mai declama i suoi versi sulla dannazione e sulla fine, per dieci minuti di colpi al cervello (quindi dieci minuti in meno rispetto l'originale, che sappiamo ormai essere un'altra cosa).

Cosa ci potevano proporre ora i Current 93, se non un altro brano folle e lunghissimo di Thunder Perfect Mind? "All the Stars Are Dead Now" (un altro brano che nel disco originale spicca per la sua durata) qui è riproposta in una versione più intimista e quieta (che non vuol dire che non sia inquieta). Ci sono meno interventi folk dell'originale (come i flauti), ma a dominare restano sempre la voce riverberata del menestrello maledetto, accompagnato dai cori di voci di John Balance e la sempre splendida Rose McDowall. 

La conclusione ci porta all'inizio, con una versione più forte e meno intima di Imperium V. E rimaniamo sconfortati, tristi e probabilmente soli (mi è capitato molto poche volte di ascoltare questo gruppo con qualcun altro, e mi trovo sempre a disagio quando succede).

Il livello tecnico della registrazione e del mixaggio, come ho detto, lasciano piuttosto a desiderare, recludeno "Hitler as Kalki" come album solo per i fan e assolutamente non per i neofiti ( a meno che non amiate il sozzore musicale). Un vero peccato per degli arrangiamenti dei pezzi che spesso risultano migliori degli originali e delle interpretazioni davvero fantastische. Se siete amanti del dark folk o folk apocalittico che dir si voglia, un disco assolutamente da ascoltare. 

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