Entrare nell’universo dei Current 93 è un’esperienza particolare: la Corrente non piace a tutti: qualcuno non li regge a causa della voce eccessiva di David Tibet. Un altro problema è costituito dal fatto di trovarsi di fronte ad una sterminata discografia in cui è facile perdersi. Ovviamente ci sono anche ragioni economiche alla base di questa iperproduzione e questo è avvenuto fin dall’inizio della loro carriera. Tuttavia siamo di fronte ad un artista particolare che ha dimostrato, col tempo, di avere sempre qualcosa da dire. Nel costruire le tematiche dei suoi dischi, veri e propri rituali gnostici imbevuti di cultura cristiana, religioni orientali e - almeno all’inizio - di magia “crowleyana”, Tibet ha focalizzato l’attenzione su una sola idea ripetuta ossessivamente e su soluzioni musicali semplici. È stato così anche i primi album Nature Unveiled e Dogs Blood Rising”] che erano, sostanzialmente, dei collage sonori in cui si univano, peraltro in maniera geniale, elementi di rumorismo e canti gregoriani. Forse non erano lavori geniali ma sicuramente si trattava di purissimo artigianato. Poi Tibet ha abbracciato la purezza del linguaggio folk: per lui è stato un atto quasi spontaneo e, da quel momento, ha guardato al passato e a gruppi mitici dei ’70 come Comus, Amon Duul II, Incredible String Band e COB la cui lezione veniva riletta in chiave apocalittica. Sono tanti i gioeielli da ricordare: io resto legato ad Imperium, un lavoro ancora di transizione fra la prima fase e quella apocalyptic-folk: un disco cupissimo, malato ed esoterico che riesce ancora a commuovermi. Sicuramente importante è anche, almeno a livello simbolico, Swastikas For Noddy mentre Thunder Perfect Mind e Of Ruine Or Some Blazing Starre sono, nel loro genere, dei piccoli classici. Da ricordare poi il live As The World Disappears, a mio avviso una delle loro cose migliori. La Corrente ha avuto il merito di riuscire sempre a rinnovarsi come in Aleph At Hallucinatory Mountain, disco caratterizzato da sonorità elettriche e nell’ultimo e ”cameristico” I Am The Last Of All The Field That Fell. Insomma i Current 93 sono un vero e proprio un culto e ogni loro nuova uscita, che sia un capolavoro o si tratti di un disco appena dignitoso, è un’esperienza da vivere intensamente. È il classico gruppo di cui ti viene voglia di collezionare tutti i dischi!

Non fa eccezione questo nuovo The Light Is Leaving Us All, il cui titolo potrebbe far venire in mente The Inmost Light, ambiziosa trilogia della Corrente dove si omaggiava il grande scrittore gallese Arthur Machen. Tibet è sempre stato anche un grande cultore di narrativa soprannaturale e ha collaborato anche con lo scrittore horror americano Thomas Ligotti. In questo disco, in cui siamo accompagnati costantemente dal cinguettio ipnotico degli uccellini, si palesa un ritorno alle atmosfere apocalyptic-folk e psichedeliche degli inizi, quelle del citato capolavoro Thunder Perfect Mind. Non siamo su quei livelli ma, per i seguaci nostalgici, si tratta di un ritorno ad atmosfere antiche ed esoteriche. Una traccia come “The Policeman Is Dead” è esemplificativa, con le sue atmosfere trasognate - in cui la voce recitante di Tibet viene accompagnata da una chitarra acustica e malinconica - della poetica della Corrente. The Light Is Leaving Us All scorre come un mantra ipnotico condotto dalla voce evocativa del grande guru David Tibet attraverso tracce come la trasognata “Bright Dead Star” e la ieratica “A Thousand Witches”. Forse, in alcuni momenti, è un po’ soporifero ma l’attenzione viene risvegliata dalla psichedelia orientaleggiante di un brano come “The Postman Is Singing” che si ricollega ad un album forse poco conosciuto come Horsey. Siamo di fronte ad un disco che ricicla il passato ma lo fa con classe cristallina e con un feeling che ancora non si è spento. Il rituale continua.

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