In un non meglio precisato anno tra il 2001 e il 2003 è uscito "O" di un certo cantautore irlandese. Fine 2006 esce "9" di Damien Rice noto cantautore irlandese che ha prodotto "O", esordio che è culto. L'attesa è tanta e l'unico a cui sembra fregare poco è proprio lui.

L'apertura è affidata al singolo "9 Crimes", ed è la fida Lisa a ripresentare la musica di Damien al pubblico, scelta decisamente azzeccata; poi nella seconda strofa esordisce la meravigliosa voce sofferente e incerta di Rice. Il brano si sviluppa con un crescendo delle due splendide voci che ti porta a pensare che se si inizia così sarà dura arrivare alla fine senza piangere di gioia.

Poi però dalla seconda traccia tutto torna in una dimensione terrena che non delude del tutto ma ridimensiona almeno un po' quella che sembrava una nuova passerella di talento senza limiti.

Le successive 9 canzoni ripetono ciò che "O" aveva già tracciato, nessuna novità anzi molte similitudini, una spruzzata di folk americano soprattutto in alcuni passaggi leggermente più rock che però sono usati quasi a colmare un senso di vuoto di idee, che non ha l'efficacia sperata ma produce canzoni piacevoli e nulla più ("Rootless Tree", "Dogs" "Coconut Skins").

Questo sembra essere un disco di transizione da parte di un artista che si è trovato con gli occhi addosso senza volerlo più di tanto e ha quindi prodotto un album che anche se non vendesse nemmeno una copia non gli cambierebbe la vita.

Di certo la bellezza del primo lavoro è tale che brani come "9 Crimes", "Elephant", "Grey Room", "Accidental Babies", "Sleep Don't Weep" ci fanno provare emozioni che nel prossimo lavoro magari faremo più fatica a digerire se non ci sarà almeno un piccolo (e doveroso, visto il talento) cambiamento.

Mi piace pensare che i 2 lavori sono solo una guida generale a ciò che Damien, Lisa e il resto del gruppo sanno fare meglio ovvero splendidi live set, dove non è importante quale canzone stanno eseguendo, o di che album fa parte, perché ognuna di esse sarà adattata alla situazione del momento e avrà nuove e suggestive vesti che in comune produrranno le medesime emozioni di benessere o sofferenza o felicità...

Allora noi gli perdoneremo anche un eventuale terzo lavoro che non presenterà nessuna novità rispetto ad "O" perché in fondo le varie "Delicate", "Blower's Daughter", "Cannoball" alleggiano nel nostro cuore come se ascoltate solo ieri per la prima volta.

Se ad "O" le 5 stelline non rendevano giustizia eventuali 3 stelline per "9" sono troppo poche, quindi opto per le 4 perché comunque non c'è una sola canzone che non meriti di essere ascoltata e almeno metà dell'album (soprattutto il finale) è di notevole livello.

Consigliato.

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