DAMIEN RICE - 9
elegia in re minore

Un nuovo disco folk cantautoriale non è certo una novità nel panorama musicale indipendente di questi ultimi anni. Potrebbere essere solo un album acustico in più. Ma non è così quando si tratta di Damien Rice.

A ben quattro anni di distanza dal capolavoro "O", esce in questi giorni "9" (graficamente un po' come "O" ma con un una svirgolata in più). Molti fan aspettano come l'illuminazione la nuova opera del cantautore irlandese... e non voglio deluderli. Forse mancano perle come "Delicate", "The Blower's Daughter" o "Eskimo", eppure ci sono alcuni brani -non tutti, sarebbe un miracolo- che non le fanno rimpiangere. Tanto per cominciare il brano d'apertura "9 Crimes": un pianoforte classico, la voce di Lisa Hannigan, contrappunti di voce e violino, infinita purezza che punta più in alto che mai. Poi la delicatezza del secondo brano "Animals Were Gone", con la sua finale processione di spettri, e la sussurrata limpidezza di "Elephant", che verso i 4:20 esplode spinta dal rullante in un'afflizione orchestrale urlata e sincera.

Purtroppo secondo me dal quarto brano l'originalità del songwriting cala un po': "Rootless Tree" cede leggermente al giovanilismo delle liriche, mentre "Dogs" e "Coconut Skins" sono onestissimo mestiere country arpeggiato o ritmato. "Me, My Yoke, And I" è un tentativo forse fallito di sperimentare un blues leggermente rumoristico: è lo scivolone del disco, alla lunga risulta monotono se non fastidioso. Con "Grey Room" il tono artistico si rialza, nella mite "Accidental Babies" ritroviamo le tipiche atmosfere sognanti e "Sleep Don't Weep" chiude in modo mesto e nostalgico questa seconda prova studio, appena sotto il livello della prima, comunque di altissima qualità se confrontata con le decine di dischi folk degli ultimi anni.

Probabilmente dopo l'ascolto viene da chiedersi se l'autore sia stato sopravvalutato, ma questo solo i prossimi album potranno dircelo: intanto che accantoniamo la domanda per altri quattro anni, godiamoci questo "9".

da "Elephant"
"When you think you're safe
You fall upon your knees
But you're living in your picture
you still forget to breathe,
and she may rise if I sing you down
And she may drive me into the ground"

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