Nota sul titolo: il titolo originale, "Slumdog Millionaire", era più appropriato per questo film, essendo la traduzione  "Randagio Milionario". Dal titolo che ci viene proposto in Italia, "The Millionaire", il film sembra abbia come soggetto Briatore.

Siete seduti su una poltrona. Quello che si trova davanti a voi non somiglia neanche lontanamente a Gerry Scotti ("Dottore !"), ma quello che vi circonda è lo studio di "Chi vuol essere milionario", lo riconoscete facilmente, anche se preferite il cricket (cit. del film...) a questo programma. Quella che segue è l'ultima domanda. Pensate bene e non siate impulsivi. Potete ancora chiamare a casa.

Qual è il punto di forza di "The Millionaire"?

A. La storia fiabesca. Jamal, un ragazzo diciottenne nato nella bidonville di Mombai, attraverso un percorso di vita che gli ha fatto conoscere l'amore, il valore della famiglia e quello della determinazione, riesce a vincere 20 milioni di rupie a "Chi vuol essere milionario", con un po' di fortuna e pure di insolenza, tanto che viene accusato di aver truccato. Questa storia sembra il frutto di un vecchio raccontastorie, che riesce a far trionfare il Bene sul Male, dopotutto, e che fa sposare la principessa con il poverello. Non mancano certo i "cattivi", basti pensare al fratello del protagonista, al presentatore, al criminale. La visione semplicistica nella storia principale è a mio dire troppo buonista, troppo facile e troppo veloce.
B. La fotografia. Quella che ci viene proposta è una fotografia semplicemente ottima. La visione è spesso di sbieco, e le sensazioni che ci trasmette è facilmente collegabile alla giovinezza. Una delle perle è certamente la visione del Maj Tahal, per una giornata intera.
C. La suddivisione della storia su tre piani. Quando sono entrato al cinema credevo di trovarmi proiettato in un film banale, che seguiva la vita di questo ragazzo, e invece mi sono ricreduto. Il regista, Danny Boyle, ha scelto di dipanare la vicenda su tre differenti livelli : il primo vede Jamal durante la scalata al milione, il secondo è quello che parla della sua vita passata, dalla nascita fino alla seduta sulla poltrona del programma; il terzo è quello con cui comincia il film, ovvero il suo interrogatorio da parte della polizia, dopo l'accusa di aver giocato sporco. Durante l'interrogatorio vengono visionati spezzoni del programma (1 livello), e Jamal si ritrova a spiegare all'ispettore come faceva a sapere le risposte alle domande, raccontando cosi' la sua vita (2 livello). Questa struttura da' un senso ed un ritmo al film, rendendolo molto più interessante.
D. La panoramica dell'India. QUella che mi sono ritrovato ad avere alla fine del film è una visione dell'India veramente spettacolare. il regista è riusito a metterci dentro molti dei problemi del paese: l'intolleranza religiosa, lo sfruttamento minorile, la criminalità, le bidonville, la tortura della polizia, ... ci vengono presentati attraverso la vita del giovane vincitore. L'India, dalla visione data dal film, sembra piena di incongruenze (un popolo diviso dalla religione ed unito dalla televisione, la polizia che si occupa di un poveretto sospettato di truccare un concorso invece che dei criminali, dei gangster,...). L'India è "Il centro del mondo", e i protagonisti si trovano "al centro del centro del mondo".  E qui a mio parere ci si discosta un po' dalla visione buonista di cui ho parlato al punto A, perchè l'occhio della cinepresa sembra assolutamente oggettivo nel mostrare l'India nella sua interezza, non il paese dei sogni ma neppure l'inferno.

Siete indecisi. Non avete visto questo film. Vi lanciate.

È la vostra risposta definitiva? La accendiamo? Bene, ci siamo arrivati, ma...

La risposta, dopo la pubblicità

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