Il nuovo cd di David Bowie sorprende ma non colpisce

Esce oggi il nuovo disco di David Bowie, Reality, presentato live l’8 settembre in uno spettacolare show trasmesso via satellite nei maggiori cinema d’Europa.
L’artista inglese tende all’essenzialità del rock americano, imbraccia Gibson e abbandona ogni sperimentazione elettronica lanciandosi in un disco di canzoni rock ben suonate, divertenti e fresche.

Ma purtroppo niente di nuovo, sconvolgente ed eclatante. E proprio qui sta il nuovo David Bowie: una star che vuole smettere (o sembra voler smettere) gli abiti di trasformista, camaleonte, maschera, “personaggio” e indossare quelle di musicista valido con tanta voglia di suonare, divertirsi e interpretare covers.
I brani che spiccano sono pochi, quelli ascoltabili tanti, pochissime le delusioni. Ma nel complesso si scorre tra rock all’americana, testi taglienti e sonorità pop. Il singolo apripista New Killer Star, accattivante e “furbo” parla per la maggior parte delle canzoni, mentre si distinguono come perle soltanto Bring me the disco king, degna del capolavoro del 95 “1.Outside”, l’energica Reality, dal sound a la Tin Machine e Never get old (a tratti ricorda Low), in cui il rocker afferma di non voler invecchiare mai, negando quasi l’autobiografico disco “Hours”.

Interessante la cover dei Modern Lovers Pablo Picasso, in cui all’originale si aggiungono dei cori raffinati e veloci; l’altra cover, di Gorge Harrison/Ronnie Spector, Try some, buy some tra uno sbadiglio e l’altro a momenti sembra un rimpianto delle grandiosità di Life on mars, mentre l’altra ballata lenta, The loneliest guy, vuole riprendere le tensioni di The Motel ma senza riuscirci. Passano inosservate Looking for water e l’inutile She’ll drive the big car. Days è un vago e piacevole ricordo delle ballate acustiche Seven, Survive e Everyone says hi. Appena degni di nota i brani bonus della versione in edizione limitata, molto interessante invece la revisione di Rebel rebel, già sentita nella colonna sonora di Charlie’s angels Full Throttle.

Concludendo, secondo me si può considerare Reality un disco di passaggio verso un futuro rock si spera meno spento e freddino.

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