INFINITE JEST

David Foster Wallace

Sarò breve!

Premessa: a distanza di mesi da quando ho letto la prima pagina ad oggi che ne ho letto l’ultima, mi accorgo che il romanzo comincia con qualcosa che finisce all’inizio e termina con qualcosa che era già successa prima…

Del titolo ne han già parlato altri recensendolo qui sul DeB tempo fa, quindi non aggiungo verbo… anzi no, pare che si riferisca a Yorick il buffone che nell’Amleto viene definito Compagno di “scherzi infiniti” e cioè “infinite jest” nell’inglese dell’epoca, azzeccatissimo direi visti gli “scherzi” o i “fatti” a volte molto buffi che si susseguono senza una voluta continuità spazio/temporale nell’intera narrazione che non è mai dispersiva o prolissa come molti accusano di essere il loro autore e cioè l’ancora vivo DFW quando uscì nel 1996 la prima edizione americana, chissà come mai qui in Italia uscì solo nel 2000 c/o Fandango e successivamente nel 2006 c/o Einaudi, boh… meglio tardi che mai.

La trama si dipana (a grandi linee) attorno alla famiglia Incandenza e alle sue vicissitudini nell’attività sportiva e cinematografica, dedicandosi agli aspetti negativi da differenti forme di dipendenza, non ultima quella da alcool…

La narrazione è trascinante con immancabili colpi di scena che sono come pugni nello stomaco nonostante l’ironia che cerca di permeare anche i momenti più crudi o brutali.

Ok mi pare che la brevità stia andando a farsi fottere, per cui chiudo dicendo che mi è rimasto l’amaro in bocca alla parola FINE e mi dispiace che sia finito senza poter trovare una risposta precisa ad alcune domande che mi ero posto fin dall’inizio ma tant’è.

Presto mi procurerò altri libri del buon David e so già che non mi annoierò immergendomi nelle sue vive pagine.

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