Dopo il successo di "Nada!", il disco che ha ottenuto i maggiori riscontri commerciali e che ancora adesso è il più amato dai fans della Morte in Giugno, Douglas P. decide di dare una svolta alla sua carriera artistica raffinando e mettendo a fuoco quelle che sono le sue concezioni estetiche e musicali che lo vedono diventare sempre più una sorta di "chansonnier" dark nonché inventore del sottogenere neo-folk.
Il nuovo doppio album "The World That Summer" ( titolo preso da un libro che narra le vicende di un giovane ebreo durante il Nazismo ) vede quindi rifinirsi maggiormente le sonorità folk già emerse in "Nada!" e segna anche una salto di qualità nelle liriche.Le rose raffigurate in copertina sono già un simbolo potente che permea questi solchi intrisi di decadetismo : la rosa infatti è vista nel duplice significato di amore e morte.
L'album inzia con "Blood of Winter", dove splendidono i ricami di tromba e chitarra acustica in un'atmosfera vagamente Morriconiana.Il successivo "Hidden Among the Leaves" è un pezzo affilato come una lama di coltello che esemplica l'etica "Hagakure" e dove è possibile ascoltare la voce dello scrittore Giapponese Yukyo Mishima, una delle fonti letterarie di maggior ispirazione di Douglas P. assime a Jean Genet."Torture by Roses" è invece una classica ballata dark-folk che da qui in avanti diventerà una sorta di marchio di fabbrica dei Death in June : il simbolo della rosa è qui ancora evocato in tutto il suo simbolsmo decadente.
Con "Come Before Christ and Murder Love" ci troviamo forse di fronte al vertice assoluto dell'album e ad una delle migliri canzoni mai composte da Douglas P : la melodia è irresistibile ed è sorretta dalla chitarra custica e dalla tromba.L'album si snoda poi fra dure ballate marziali come "Rule Again" e "Blood Victory", dove è possibile ascoltare la voce "indemoniata" dell'ospite David Tibet dei Current93 e altre classiche ballate neo-folk come la splendida "Break the Black Ice" e "Rocking Horse Night".Chiude questo capolavoro con la lunga "Death of a Man" : si tratta della prima incursione dei Death In June in territori martial-ambient, una sorta di oscura litania in onore di Yukyo Mishima e della sua etica.Il pezzo forse è troppo monocorde ma è comunque impossiblie per l'ascoltatore rimanere indifferente di fronte a queste cupe atmosfere nere che lo avvolgono in una spirale infernale.
Un monumentale affresco sonoro che con il successivo "Brown Book" consegna alla storia della musica le visioni morbose e la poetica della controversa figura di Douglas P..
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