Mi è arrivata ieri la versione fisica su CD di Neuronte dopo che avevo già ascoltato in rete tutti brani. Da un po' di tempo dò per scontato che i lavori di Deca difficilmente possano deludermi, ma a 'sto giro sono rimasto davvero sbalordito. Un disco sublime, con dei suoni pazzeschi e un'atmosfera generale che lavora nel subconscio e diventa una specie di ossessione. Tanto di cappello al compositore ligure che giunto ai quarant'anni di carriera discografica e con oltre venti tioli all'attivo non dorme sugli allori e continua a sperimentare e a creare cose magnifiche. Neuronte è un capolavoro. Un mix di dark ambient, psichedelia, elettronica vintage con venature di tanti generi. Un mix che non tradisce lo stile consolidato dell'autore, ma riesce anche a rinnovarlo. Sette pezzi della madonna.
Il concept dell'album, di fatto, è la comunicazione o la relazione. Moltissime immagini nel booklet lo rivelano. I titoli dei brani pure. Si percepisce che alla base c'è un lavoro di fino non solo dal punto di vista sonoro. Deca ci ha abituati - soprattutto con gli ultimi dischi - a centrare temi che si intersecano con filoni culturali importanti. E siccome la sua musica è strumentale riesce, anche senza scrivere testi, a raccontare e a generare metafore e allegorie potenti. La copertina ha chiari sentori steampunk e di una fantascienza retrò alla Verne, alla Wells. In effetti tutta l'opera è in bilico tra tecnologie del passato e del futuro, trame precognitive e visioni distopiche. E credo di non sbagliare se intravvedo anche un riferimento alla AI, ma traslato nell'ambito delle premonizioni narrative di autori come Dick e Clarke.
Neuronte ho scoperto che è un neologismo. Dà il titolo al pezzo d'apertura che dopo un intro cosmico ti afferra le palle con un ritmo tra il tribale e il digitale che vorresti non finisse mai. E quando sul finale arriva una chitarra elettrica la strizzata di palle ti procura un orgasmo. Poi a seguire la misteriosa Serpente Paramentale, con echi pinkfloydiani, rumori di acqua e percussioni elettroniche minimali. Koinophobia breve interludio quasi dodecafonico con uno scenario di voci e rumori ambientali che da bucolico si fa via via sinistro. Nomenklatura Hocculta il brano più sostanzialmente "alla Deca" che rimanda a sue cose precedenti (Onirodrome Apocalypse soprattutto), inesorabile, sottile, apparentemente addomesticato, ma anche qui poi sul finale arriva una chitarra straziata, dissonante che scombina tutto. Hypnosi Semantica il momento più alienante e disturbante, una vera formula ipnotica che invece delle palle ti strizza le meningi. Possessione Subliminale (il pezzo più alto assieme alla titletrack) parte minimalista ed enigmatico per poi sviluppare un contrappunto ritmico bellissimo che - di nuovo - vorresti non finisse mai. Chiude Onironaut, in apparenza semplice, lineare, quasi un esercizio di mestiere, ma con dei bassi che ascoltati sull'hi-fi ti fanno vibrare i visceri. E sotto sotto fa affiorare una carezza melodica che invece di rappresentare una conclusione ti induce a pensare che il disco non sia finito lì.

Bellissimi i videoclip rilasciati ad oggi, molto pregnanti sul piano simbolico e metaforico. Saranno sicuramente fatti con l'aiuto di tecnologie digitali, ma sono fatti davvero bene.
In definitiva Neuronte è la cosa migliore del 2025 finora, per me. Un album davvero coi controcoglioni.

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