Non si hanno molte notizie sul progetto Diabolatry, se non che si tratta di una one man band fondata da un musicista statunitense accreditato come Profanation of Deity, già attivo in numerosi progetti underground pressoché sconosciuti.

Nel giugno 2025 viene rilasciata in via indipendente la prima release con tale moniker, "Eternal Excruciation", accreditata da The Metal Archives come un EP ma, in realtà, la durata è quella di un vero e proprio full-length (ben 44 minuti).

"Eternal Excruciation" è un prodotto quantomai anacronistico, in cui lo statunitense ci propone una forma primordiale di musica estrema a cavallo tra il Thrash – con retaggi Speed – e il Black metal, ricordando per certi versi i primissimi Bathory ed Hellhammer, bensì anche gli albori della Sacra triade teutonica del thrash. Tutto ciò si trova però estremizzato dalle grammatiche tipiche della fiamma nera della seconda ondata, declinate in maniera estremamente rozza sulla scia di certi Nifelheim, Bewitched o Abigail; e inoltrandosi ancor più in là sui sentieri parossistici del Bestial/War metal dove la produzione estremamente lo-fi, la sensazione di urgenza – qui una certa sfumatura hardcore è ben udibile – e le dinamiche black/death, essenziali e rumorose, potrebbero in parte essere accostate a nomi come Blasphemy, Black Witchery o Revenge.

Da album come "Eternal Excruciation" non si deve pretendere troppo, se non un assalto sonoro all'arma bianca privo di qualsiasi tipo di scrupolo. Tutta la tracklist è improntata sulla velocità furibonda dove si inseriscono sporadici rallentamenti; tuttavia, la musica contenuta in queste sei tracce risulta realmente gradevole, poiché Profanation riesce sempre a inserire il guizzo giusto: una linea vocale catchy, un riff che ti aggancia immediatamente, o qualche leggera melodia ficcante che infrange e stempera il muro di acciaio.

Un LP adatto, esclusivamente, a tutti gli amanti della vecchia guardia del metal estremo.

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