Avevo dodici anni quando mio papà mi parlò per la prima volta dei leggendari Dire Straits. Ora ne ho diciassette e lo sto ancora ringraziando. Soprattutto per quel giorno, nel reparto cd di un grande magazzino, mi indicò un cd in offerta, dalla copertina interamente rossa, che rispondeva al nome di "Making Movies". Lo comprai e fu uno degli aquisti più azzeccati da quando posso comprarmi qualcosa. A papà non è che piacessero punto e basta, ma sapeva già spiegarmi perchè i Dire Straits fossero geniali; la chitarra splendida di Mark Knopfler, i testi eleganti e poetici, certe inflessioni prog anni '70 (ma queso l'ho scoperto solo poco fa). E io mi presi una cotta furibonda per loro. Che dura da sei anni ormai. Perchè? Perchè in questo disco c'è il genio, la poesia, la musica di Mark e compagni.
Inizia con "Tunnel Of Love", una dolcissima storia d'amore che comincia con il "Carousel Waltz", una sorta d'intro di venti secondi al brano (nei live durava oltre due minuti) che poi cresce e s'innalza in un riff trascinante, dolce e potente allo stesso tempo, d'immediata presa sullo spettatore ma non per questo commerciale. Il ritmo è bello tosto fino al sesto minuto e poi s'abbassa per ricominciare in un crescendo stupendo e geniale, fino ad una serie di assoli di chitarra e tastiere magnifici, una serie di botta e risposta divini.
Scopersi poi che già da questa canzone si era stabilito un netto distacco stilistico dai due dischi precedenti, che però si rivela un gran passo in avanti per questo gruppo; ora le influenza country di Knopfler sono più pacate e la sua Stratocaster ha più spazio per esprimere il suo genio.
Segue "Romeo And Juliet", una delle più belle canzoni d'amore di sempre, dolcissima e triste allo stesso tempo, capolavoro assoluto di tutte le ballate della storia del rock; con le sue noto dolcissime iniziali, con il testo che è a dir poco sublime, con il suo arpeggio finale che resta uno dei momenti più belli di tutta la loro produzione, fa innamorare l'ascoltatore alla prima volta. Sei minuti di poesia allo stato puro. Si ritorna su sonorità più allegre e veloci in "Skateaway", carino ma non eccitante perchè forse manca di quell'impennata che tutti ci aspetteremmo, per poi proseguire in "Expresso Love", leggermente simile a "Tunnel Of Love", ma di caratura inferiore, che è un pezzo pregevole di cui abbiamo un'ottima esecuzione live in "Alchemy".
"Hand In Hand" è dolcissima ma nient'affatto melensa, più ruvida di "Romeo & Juliet", e ci dispiace di non averne testimonianze dal vivo, perchè è proprio un buon pezzo, e il colmo è che figura come uno dei brani "comprimari" in un disco così eccezionale, mentre in qualsiasi altro disco sarebbe un brano protagonista. "Solid Rock" è un buon rock veloce e diretto, piuttosto amato dal gruppo, ed è forse l'ultimo brano "allegro della band" (se si escludono quelli di "Extended Dance Play"); dopo i brani saranno più riflessivi, un po' più duri e più impegnati. "Les Boys" è un pezzo ironico ma debole e tralasciabile, mi aspettavo molto di più per il brano di conclusione di questo disco, soprattutto dopo essermi emozionato per tutte le altre sei canzoni.
Difetti? Finisce troppo presto, ma è quello ideale per conoscere i Dire Straits e per innamorarsene, parola di uno che è con loro nel tunnel of love da cinque anni e rotti...

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