Se mi dovessero chiedere quale disco potrebbe avere lo stesso effetto devastante per le orecchie di un attento pubblico, paragonabile a quello di un petardo lanciato in un autobus pregno di gente alle ore 8.00 in una città come Roma, sicuramente stiamo parlando di "Making Movies". Il terzo capitolo della storia dei Dire Straits rappresenta la continua evoluzione di un gruppo in perenne ascesa.
Sette canzoni per una durata media per brano di circa sei minuti, che servono al gruppo per poter stazionare nelle classifiche dei 33 giri per almeno un anno, non considerando che "Tunnel Of Love" risulterà l'unico 45 giri diviso in due parti a simpatizzare con i puristi dell'easy listening rock. Il gruppo si presenta ad un anno e mezzo da "Communiquè", con non poche innovazioni:
1) l'assenza (o defenestrazione?) di David Knopfler, infatti all'interno del disco vi sono le 3 foto dei membri fondatori;
2) la felice introduzione di tastiere manipolate dal leggendario Roy Bittan (E-Street Band vi dice qualcosa?)
3)un'evoluzone sonora dei primi due capitoli che forse nessuno (o quasi) si sarebbe mai immaginato.
"Tunnel Of Love" apre le danze con il "Carousel Waltz" (Rodgers/Hammerstein), per condurvi in una fantastica storia d'amore ambientata in un Luna Park, dove quel cantato incurante, fà da perfetto contraltare a quello scintillante suono ritmico che mostra una perfetta coesione sonora tra tutti gli strumenti: un brano un pp' insolito visto che oltre alla prepotente strofa introduttiva segue un bridge che per mano e con eleganza giunge a terminare in uno dei più bei ritornelli mai composti da M.K.. L'assolo finale che nasce come provocazione da parte del leader, prosegue a braccetto con le tastiere, per poi sfociare in quell'ultimo minuto e mezzo di duello tra i due strumenti che li vede arrivare al traguardo dopo aver raggiunto la meta da consacrati campioni. "Romeo And Juliet", bellissima love-song caratterizzata da quel Dobro che diverrà un segno distintivo per molte ballads del gruppo. Sicuramente una delle più incantevoli esecuzioni della band, considerato che lo stesso brano risulterà il più gradito durante la partecipazione al Festival di San Remo del 1981, anche per quelle semplicissime quanto profonde note finali che la renderanno pressochè unica, quanto la magica intro.
Ci imbattiamo in un lavoro di pregevole fattura quanto per i brani più trascinanti come "Skateway" (che verrà eseguita solo durante la tournèe a supporto di M.M.)ed "Expresso Love" (che assimila gli amori mordi e fuggi al nostro famoso caffè), come per l'inno di una storia d'amore andata a finir male e conseguenziale mea-culpa finale, musicata con le note di "Hand In Hand". A seguire "Solid Rock", veloce grintosa ed efficace come un pugno di Tyson nello stomaco, che varrà appropriatamente alla band il titolo di "Great Rock'N Roll Orchestra" (autoproclamazione che sentirete gridata dal leader in più di qualche bootleg dell'epoca). "Les Boys" (unico neo?! per il quale non mi sento di abbassar il punteggio Expresso) che chiude felicemente il lavoro, si concede musicalmente (e testualmente)orizzonti meno impegnati e più sbarazzini, che consegnano al mondo della musica rock uno dei più entusiasmanti lavori mai pubblicati.
Un amichevole consiglio per chi il nome Dire Straits rappresenta un mondo buio e sconosciuto... Making Movies può essere la lanterna con la quale iniziare ad illuminare il cammino verso una raggiante discografia.
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