L'ultimo. Forse non il migliore. Eterogeneo, forse attempato, musicalmente cristallino, segna la fine di un'era. Dopo sei anni da "Brothers in arms", l'attesa non aiutava i primi ascolti. Si percepisce che Mark scalpita, che c'é voglia di novità, pescando in un passato r&b, country, folk. Sono lontane le cavalcate, lo sguardo é sornione e maturo, quasi distaccato. La purezza della chitarra, quella compensa (quasi tutto).

You and your friend, su tutte. Poi la title track. Calling Elvis, come un buon Barolo. Più invecchia, più si lascia amare.

Mark avrà ancora tanto (di bello) da raccontare, ma forse, se li avessimo lasciati decantare, anche i Dire avrebbero potuto farci compagnia negli anni seguenti, barriccati e fascinosi.

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