Ogni giorno, quando mi sveglio, mi affaccio guardando il cielo e la città che mi circonda, rendendomi conto che il nostro globo terrestre non è messo in condizioni molto buone. Guerre che proliferano a destra e a manca, politici truffatori ed ipocriti, e "ggggiovani" che credono di trovare una via di fuga dalla realtà esclusivamente nelle droghe pesanti senza rendersi conto di giungere ad un punto di non ritorno.

"Vita, giorni, notti, settimane, mesi, anni
passa il tempo e non sei mai contento
dì che non è vero dì che cambierà
è uguale, uguale sempre lo stesso
sei uscito con gli amici la sera
e la noia ti prendeva la gola
sei uscito fuori sei uscito fuori ma dove vai?"


Sono questi i momenti in cui mi chiedo quando arriverà un mondo nuovo. Ma non un mondo come quello descritto anni orsono dal signor Aldous Huxley. Qualcosa di più.

E già tre maschi e tre donne dichiararono, nel 1994, la loro speranza in "Un Mondo Nuovo".


"Faremo un mondo nuovo, e sarai tu a decidere"

Un mondo descritto a suon di rock, industrial ed un pizzico di elettronica (con alcuni possibili rimandi ai primi Nine Inch Nails), dal possente cantato di Cristiano Santini, la voce rabbiosa di Valeria Cevolani, le schitarrate furiose di Dario Parisini, il beat sporco, graffiante, duro, grezzo di Daniele Albertazzi, gli effetti sintetici di Roberta Vicinelli, i cori di Dalia Zipoli.

Un mondo del quale dovremmo essere proprio noi a decidere come dovrebbe essere ("Sei Stato Tu A Decidere"). Dove ci si possa accorgere che bisogna ricominciare tutto da zero, correggere tutto quello che è "Sbagliato" per ricostruirlo da cima a fondo.

Un mondo lontano da stereotipi uguali a sè stessi, da quella "musica contemporanea che ci butta giù" ("Up Patriots To Arms", cover di Battiato), da falsi miti senza arte nè parte, da quella "Crisi Di Valori" che dilaga dappertutto.

Un mondo dove si possa anche ricordare come si è evoluta la politica sin dai primi tempi (la resistente "Vi Ricordate Quel 18 Aprile") per capire il successivo arrivo ai vari governi ladri, governi-ombre, partiti finiti, and so on.

"Non vedo il privilegio

Scivola dalle mani

Sono cieco davanti

Alle lune taglienti

Alla bellezza del gioco

Che c'è"

Un mondo che prima o poi arriverà. Potrebbe essere la nostra "Ultima Fatica", oppure potrebbe anche non esserlo. Forse questo sogno si sta per avverare, magari lo si vede già da lontano ("Lontano Scintillante"), o forse no. Chissà.

Questo è il mondo secondo i Disciplinatha. Oggi morti e sepolti, e all'epoca incompresi. Dotati di una formula musicale quasi unica e con la produzione del CPI, sono state tra le realtà più interessanti del rock nostrano nel corso dello scorso decennio.

E la loro musica mi lascia tante speranze per il futuro.

[Nota: la copertina che vedete proviene dalla seconda stampa del lavoro in questione. Quella originale raffigurava un esempio di "famiglia felice", proveniente da un vecchio manifesto dei Testimoni di Geova.]

Elenco tracce e video

01   East & Side (02:42)

02   Sbagliato (04:45)

03   Un mondo nuovo (04:36)

04   Lune taglienti (04:42)

05   Up Patriots to Arms (04:51)

06   Ultima fatica (04:19)

07   Sei stato tu a decidere (04:20)

08   Vi ricordate quel 18 aprile (03:18)

09   Crisi di valori (04:00)

10   Lontano scintillante (04:32)

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