Uh-oh! Ci fanno notare che questa recensione compare anche (tutta o in parte) sul numero di novembre 2008 di Metal Maniac

Uno dei promo più difficili da inquadrare nell'intera storia sotterranea. Merito dell'originalità con cui si muovono i toscani Discordia in queste tre tracce di presentazione. Perché la band suona benissimo, addirittura virtuosa, un rock progressivo che si bagna di metal e modernità. Finendo con questo ad avvicinarsi agli ultimi Queensryche, tanto per tentare un riferimento, ma suonando decisamente più robusti (Nevermore?).

Un rock aggiornato e battente, insomma, che nella title-track ad esempio parte melodico, quasi delicato, sicuramente elegante, per poi sfociare nel terremoto di un heavy priestiano. E su tutto, poi, il cantato in italiano di Matteo, elemento fondamentale nella resa di queste songs. Tecnicamente, comunque, qui siamo davvero a buoni livelli.

L'impressione personale è che ripulendo il songwriting da alcuni eccessi (ansia di prestazione?) potrebbe nascere una band davvero immensa.

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Altre recensioni

Di  cristiano

 Una perla melodica di grande emotività, che esplode nel ritornello con un cantato epico e di grande presa.

 Coraggiosi proponitori di un messaggio personale e già ben definito, che fa tanto sperare.


Di  Aliseo

 Trattasi di una proposta sperimentale e accessibile al tempo stesso, con ritornelli potenti, grinta melodica, arrangiamenti diretti e testi in italiano (buona prova di coraggio).

 La title-track parte subito riflessiva, con un canto melodico di grande presa, e fatica a rimanere ristretta in un genere.