Ci sono musicisti che hanno dato un contributo decisivo all´evoluzione della musica jazz pur restando nelle “retrovie”. La seconda fila della line-up, quella che è classicamente riservata al cuore pulsante che da ritmo vitale alla band: la batteria e le percussioni.
Dom Um Romao è uno di questi. Considerato come uno dei più grandi jazzman brasiliani (in una classifica del 2000 risulta secondo dopo Tito Puente), ha collaborato con artisti del calibro di Cannonball Adderley, Gil Evans, Jorge Ben Jor, Sergio Mendes e Astrud Gilberto, ma soprattutto con i Weather Report (da “I Sing The Body Electric” fino a “Mysterius Traveller”) con i quali finalmente raggiunse la meritata fama mondiale.
Non poteva essere altrimenti visto che già a 12 anni suonava agli angoli delle strade della natia Rio de Janeiro con strumenti rudimentali che si era costruito da solo. Il suo background musicale era intriso dei ritmi ancestrali dell´Africa filtrati attraverso la cultura e la spiritualità brasiliana.
L´album che vi presento oggi è “Hotmosphere”. Prodotto dallo stesso Dom Um Romao e registrato tra gennaio e febbraio del 1976 per la Pablo Records.
Questo disco Latin Jazz contiene dieci tracce che spaziano dalle cover di Milton Nascimento, Duke Ellington, Baden Powell e Antonio Carlos Jobim, ma comprendono anche “Amor En Jacuma” scritto dallo stesso Romao.
Il plotone dei turnisti è di prim´ordine, ma vi cito solo i nomi più noti: Claudio Roditi alla tromba e flicorno, Sonny Fortune al sax, Ricardo Peixoto alla chitarra acustica, Ron Carter al contrabbasso, Steve Kroon alle percussioni e Celia Vaz per gli arrangiamenti. Meritano un ricordo anche i sensuali vocalizzi di Sivuca, Julie Janeiro e Gloria Oliveira.
In “Escravos de Jo” (M. Nascimento) uno schiavo si lamenta della monotonia del lavoro e della sua vita. Le percussioni fanno da sottofondo ai fiati Hard Bop e ai cori di Celia Vaz, Sivuca e Dom Salvator.
La melodica “Mistura Fina” e ´ la cover di una danza popolare molto conosciuta in Brasile. Il ritmo bossa nova morbido e suadente fa scivolare via questo brano in modo molto gradevole.
Lo standard “Caravan” (D. Ellington) viene interpretato in chiave samba con fiati e percussioni che dominano la scena.
“Spring” (R. Peixoto) è suonata con un ritmo brasiliano chiamato choro intriso di un atmosfera Hard Bop. Dom spiegò che paragonava questo pezzo a una bella giornata per la sensazione di leggerezza che può trasmettere all´ascoltatore.
“Pra Que Chorar” (B. Powell/ V. de Moraes) ha un ritmo samba. Le voci di Sivuca, della Janeiro e Oliveira giocano coi fiati. Molto bello anche il solo al piano di Dom Salvator.
“Amor En Jacuma” è una bossa nova con cui Romao ci racconta la storia di un uomo che porta la sua ragazza in una città chiamata Jacuma, dove finalmente potranno vivere il loro amore libero da qualsiasi interferenza.
“Cisco Two” è un'eccellente composizione arrangiata della talentuosa Celia Vaz. Questo beat chiamato baiaio è tipico del nord-est del Brasile. Il brano si caratterizza per un cambio di ritmo virando al jazz rock e alla psichedelia.
“Tumbalele” è una tipica melodia del Carnevale Brasiliano. Dom la chiamava anche "Samba de Rua" essendo dedicata alla natia Rio de Janeiro.
“Piparapara” si caratterizza per l´interplay tra il compositore Roditi alla tromba e Peixoto alla chitarra. Questo ritmo brasiliano è chiamato lundu e viene eseguito con una interpretazione jazz fusion.
Si chiude con “Chovendo Na Roseira” (A. C. Jobim) che Celia Vez esaltata con un arrangiamento orchestrale impregnato di un atmosfera di grande respiro.
Romao con il suo stile e la sua tecnica ha aperto nuovi orizzonti agli altri grandi percussionisti brasiliani come: Airto Moreira, Nana´Vasconcelos e Paulinho da Costa.
Buon ascolto dal vostro DottorJazz.
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