Don Cherry divenne famoso nel mondo del jazz suonando la tromba (ma anche la tromba "tascabile" e la cornetta) al fianco del geniale sassofonista Ornette Coleman alla fine degli anni '50. L'album che mi appresto a descrivere è "Brown Rice" del 1975, quando Cherry aveva assorbito, grazie alla sua continua ricerca di sonorità altre le musiche africane e indiane.
"Brown Rice" è uno dei suoi capolavori, dove appunto mescola elementi di musica indiana (raga), africana, il suo amato Free e il Funk, anticipando quella che sarà definita "world music". In questo viaggio Cherry è accompagnato da Frank Lowe al sax tenore, Ricky Cherry al piano elettrico e acustico, Charlie Haden e Hakim Jamil al basso acoustico, Moki tamboura (antico strumento indiano), Billy Higgins batteria, Bunchie Fox ai bonghi elettrici, Verna Gillis alla voce, questa è la formazione complessiva che cambia di traccia in traccia.
La title track apre il disco, con un'aria misteriosa e notturna, dove la voce della Gillis forma una base mistica che si mantiene per tutto il brano, Cherry con la voce ci introduce in una sorta di mantra mistico e magico, Don e Ricky Cherry con le tastiere rinforzanano il tessuto, Haden al basso acustico gioca con il funk grazie anche a bellissimi effetti wah wah mentre Lowe ci regala interessanti fraseggi free.
"Malkauns" (un capolavoro) quasi 14 minuti aperti da un lungo dialogo tra il basso di Haden e la tambourra di Moki che ci portano nell'india più profonda e mistica, poi ecco uno stratosferico solo di tromba di Don, con quel suo tipico fraseggio parlato, coadiuvato dalla batteria sensibile e swing del mai troppo ricordato Billy Higgins.
"Chenrezic", altro brano di lunga durata, l'inizio è decisamente più africaneggiante, anche qui però la voce di Cherry è come se recitasse un mantra così come nell'assolo di tromba, Jamail rimpiazza Haden al basso, Higgins è sempre sfavillante, Ricky Cherry punteggia il tutto al piano acustico, Lowe in un'altro bel solo.
Il brano conclusivo è "Degi-Degi" dal sapore decisamente funk, Don alla voce (sussurrata) e alle tastiere suonate come se fossero la sua tromba, intanto il gruppo crea un groove ipnotico.
Insomma se non conoscete Don e volete immergervi in uno dei suoi viaggi questo è un ottimo punto di partenza, se già lo conoscete ripartite, tutto con lui vi sembrà comunque nuovo.
Buon viaggio!
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