Secondo full-lenght per la band Pagan Metal Abruzzese e secondo centro preso in pieno. Dopo "Nocturnal Pagan Supremacy" del 2006, arriva nel 2011 "De Ferro Italico" un concept tutto Italiano che trasuda passione storia ed epicità.

Partiamo col dire che la moda delle band che suonano Pagan ormai è dilagante, ma questi Draugr effettivamente hanno una marcia in più, c'è ben poco da dire. Lo dimostra il fatto che un concept para-storico come quello sviluppato dai Draugr non ha punti deboli di sorta, ne a livello sonoro ne a livello di lyrics. "De Ferro Italico" rappresenta un opera d'arte nei suoi 60 e passa minuti e costringe l'ascoltatore ad un vero e proprio viaggio, attraverso scenari sanguinosi e battaglie di fieri guerrieri.
Portano in scena la cultura Italiana e la storia della loro regione, l'Abruzzo, senza mai apparire faceti e superficiali ma integrando in modo perfetto le parti musicate a quelle "fiabate". Parlare di Pagan Metal è limitativo e limitante, con una recensione del genere si potrebbe indurre in inganno un ipotetico avventore. Effettivamente nel sound dei Draugr la parte Pagan è presente, ma sono anche molto presenti altre influenze di gran conto, come il Black Metal Melodico, il Thrash anni '90 e l'eterno Heavy anni '80. Sfido chiunque nel dire il contrario, gli assoli provengono da quella scuola! L'unica pecca forse discutibile è la scelta di un opener come "The Vitulean Empire", effettivamente tirata ma che c'entra poco o nulla per via del fatto che sia l'unica cantata in Inglese, mentre il restante disco è tutto dipanato in lingua madre e lancia persino accenni all'Osco, un'antica lingua Italica.

Ben poche band possono gloriarsi di aver scritto un concept che oltre ad esser collegato in modo magistrale a livello musicale, ha dei testi che si incastrano in modo perfetto e raccontano in modo eccelso le gesta del popolo pagano abruzzese che tenta di combattere con tutti i mezzi l'imperatore Teodosio che proclamò, attraverso un editto, l’abolizione della religione pagana. Difficile elencare l'episodio culmine del disco, dopo l'intro "Dove l'Italia Nacque", "The Vitulean Empire" sferra il primo micidiale attacco con un pezzo a metà strada tra il black melodico e il thrash.Magistrali le chitarre che si rincorrono senza tregua. Un suono di bosco e flauto ci introduce a "L'Augure e il Lupo", ed è qui che la personalità dei Draugr comincia a spingere senza tregua. Dal sapore folk, la lingua italiana spicca alla grande e l'interpretazione di Svafnir sorregge un muro sonoro imperturbabile.

"...Il vento bisbiglia parole e sentenze, la voce degli dei!
Nubi che illustran due lupi che lottano e i lampi squarciano il cielo...".

Le chitarre come sempre lavorano ottime melodie e la voce dell'Augure imperversa sul pezzo come una lancia scagliata contro il nemico, le tastiere rilassano per qualche secondo l'atmosfera e poco dopo si riparte in pompa magna con una sfuriata black vecchio stile. Attualmente tra i miei brani preferiti.

Tra i successivi 7 episodi, solo capolavori su capolavori!! "Ver Sacrum" parte festosa e si sviluppa su partiture heavy eccezionali.Tra un bicchiere e l'altro i Draugr ci portano con loro in taverna e avvolgono il nostro immaginario di epiche visioni.Eccellente.
Uno dei picchi massimi viene raggiunto con i 9 e passa minuti di "Suovetaurilia". Black Metal, Folk, Pagan, Heavy, Thrash e chi più ne ha più ne metta. Il background dei 6 abruzzesi converge in una mescola micidiale e tra attacchi violenti e flauti saudenti ci raccontano il rito di purificazione dove venivano sacrificati a Marte un toro, un montone e un maiale.

"
Dalle terre italiche, un grido si alzerà
di un popolo libero che la croce abbatterà,
ululano i lupi, ringhiano le belve,
indossano armi e scudi delle stirpi sabelle."


"Legio Linteata" ci atterra letteralmente con un pezzo velocissimo in partenza (devastante Jonny dietro le pelli) e potente nel successivo incedere. Sottolineamo qui la presenza di Lore dei Folkstone che duetta con lo splendido organetto abruzzese prima di partire con un anthem da live, un ritornello tanto convincete per quanto potente.
Per chi scrive, già qui si firma il concetto di capolavoro, ma non basta, c'è ancora tanta carne al fuoco.

"Abruzzo Pagano!!!"

Helsior e la sua tastiera rilassa gli animi con la strumentale "Ballata d'Autunno" e rende distesa un aria che ormai trascina nel vento solo morte e fetore di sangue. Adattissima per stemperare, prima della violentissima "Inverno".
Innegabile il fatto che con questa song, i Draugr hanno letteralmente rapito il mio cuore facendolo sprofondare in uno dei crepacci dei monti d'Abruzzo. Potenza ed epicità, due volti della stessa medaglia. Black Metal ma non solo!Buon gusto, arrangiamenti di rara bellezza, refrain convincente, non manca nulla. La voce dell'Augure irrompe con un urlo lunghissimo e ghiaccia il sangue in corpo, le chitarre rubano tutti gli spazi possibili ed immaginabili mentre da parte questa volta troviamo le tastiere, che effettivamente in questo episodio sarebbero risultate eccessive. Per gli amanti del metal estremo e non, questo pezzo è imprescindibile.

"Passato immutato scolpito da forze invisibili,
sanguigno deicidio del non devoto alla natura,
non patirò il freddo,
le carezze della mia vera madre,
osservo nella neve la corazza del mio gran signore,
sul trono del sempiterno ghiaccio freddo eterno e letale,
cristallo indifferente e lama di impetuosa forza,
in questa oscura notte di furor d'ardore immortale,
siedo fiero sull'eterna roccia sannita."


Il break arpeggiato a tre minuti e mezzo ci ammanta sotto una coltre di neve. Immensi musicalmente e nei testi impareggiabili. Innegabile il buon gusto e l'arrangiamento dei nostri, che ogni band anela almeno una volta nella vita. "Roma Ferro Ignique" ci proietta in una colonna sonora epica ed estrema. Le tastiere sostengono uno scenario oscuro e sinistro, mentre ormai il piccolo esercito entra alle porte di Roma e si appresta al massacro.
Chiude in gran spolvero "De Ferro Italico" con i suoi 10 minuti e passa. L'eccezionale spirito di grandi musicisti confluiscono in un opera completa e fine come "De Ferro Italico", dove il metal più estremo confluisce in modo perfetto con delle orchestrazioni ora tragiche, ora epiche e mai invadenti. Questi sono i Draugr, tra le più grandi esperienze sonore che abbia fatto nel 2011.

Non aggiungo altro, ottime le grafiche e i suoni (Mika Jussila si è occupato del mastering dell’album nei gloriosi Finnvox Studios di Helsinki), ottimo tutto.
Da avere. 

"
“Respingo una realtà di schiavitù e ipocrisia,
accetto il mio destino, qualunque esso sia,
per l'ideale ultimo disposto a lottare,
per un domani nuovo, come un fulgido albeggiare”
Il rapido riflesso del sole sullo scudo sannita,
acceca il generale, la sua guardia ora è svanita!
“Caligat in Sole!”


5/5

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