Nuovo lavoro per questi ragazzi californiani, passati inosservati con il precedente (seppur notevole) "Leitmotif".
Qua ci troviamo davanti ad un'opera "monumentale" di quelle che restano impregnate nella pelle e si attaccano come sanguisughe: questa volta hanno deciso di fare sul serio... e sono pienamente riusciti nel loro intento.

Erroneamente inseriti nel calderone Nu Metal, I Dredg non c'entrano niente con il numetal, anzi i Dredg non c'entrano niente con nessun altro gruppo, fanno storia a parte.
Immaginate un insieme di suoni che possono ricordare Tool, Pink Floyd e King Crimson e potrete avere una vaga idea di quello che sono i Dredg.

La malinconia la fa da padrona e all'interno di tutto il cd la voce di Gavin Hayes si erge con una magnifica superbia, ed è proprio il suo modo di cantare che rende l'opera diversa dal comune... a tratti inquietante.
Le canzoni sono tutte belle e non sono mai scontate; le tentazioni noisy del debutto lasciano il campo a suoni delicati ed emozionali, sorretti da una base ritmica comunque possente. Tra tutte "Of The Room", "Same Ol'Road", "Sorry But It's Over" che potrebbero essere benissimo inserite come colonna sonora di un movie drammatico (penso a "...il nido del cuculo").

Il package scelto è il fiore all'occhiello; sfogliando il booklet interno si respira aria di un mondo "ignoto", le raffigurazioni fanno sempre riferimento ad un "dream Phenomena"... una specie di stato di allucinazione sonora chiamata "Sleep Paralysis" con altrettante testimonianze scritte di chi negli anni passati è stato colpito da questo male metafisico.
Un sogno etereo, un ricordo fetale sembra quasi di vagare nel cielo avvolti in una bolla di liquido amniotico... queste sono le sensazioni. Una volta entrato in circolo questo capolavoro è come una droga... è l'assuefazione più totale.

Congratulazioni ai Dredg che hanno spezzato una lancia a favore della musica fatta con il cuore, oltre le barriere del business musicale che tanto condiziona molte bands... ma non loro.
Grazie davvero.

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