In ogni band c'è un antagonista. Uno stracciapalle. Che quando tutto va (si fa per dire) bene, porta in dote bizze per dare sfogo al proprio ego musical popolare. Le bizze possono essere: cambiamo genere, voglio andarmene, voglio primeggiare, non sopporto più tizio, e via dicendo. Nei Duran Duran, l'antagonista per eccellenza è sempre stato Andy Taylor. Cazzaro di stampo anarchico, chitarrista ruvido ma poco famelico, ha nei secoli inseguto una personalità che, permeata con la band, aveva un senso. Trasbordata al contesto solista, no. Oppure, ni.

Fatto sta che dopo aver messo la bandierina sul tetto del mondo con tre album in studio ed il live "Arena", dopo aver concesso al gruppo frangenti paralleli con gli Arcadia di Lebon, Rhodes, Roger Taylor (presenza scenica, più che altro, la sua) ed i Power Station di John Taylor, Andy Taylor, Robert Palmer e Tony Thompson degli Chic (rip) a parte del nucleo venne voglia di ricominciare, nell'anno di grazia 1986. Roger si chiamò subito fuori: nessuna vena polemica, era semplicemente stanco. Esaurito. Lo ritroveremo nel 2001 in sede di big reunion. Andy, per contro, non si chiamò fuori ufficialmente. Si diede alla macchia. Anzi: si diede ai Missing Persons per soffiare il posto di chitarrista a Warren Cuccurullo (attenzione perché questi farà il percorso inverso, rivelandosi propedeutico per la band, "Ordinary World" è roba sua ndr) e dare sfogo alla smania di un sound più heavy.

Rimasti in tre, Simon Nick e John provarono a convincere il compagno prima con le buone (collocando "We Need You", sostanzialmente piccola perla di dolcezza, come b-side di "Notorious", primo singolo estratto). Niente da fare. Allora passarono alle cattive: ciccio, ti facciamo causa. Obblighi contrattuali.

Così, Andy, svogliato e con la testa altrove, presenziò per colorare qua e là "American Science" e "A Matter Of Feeling". Ma, va da sé, buona parte del lavoro sia ritmico che in sede di assolo lo fecero Cuccurullo e lo stesso Rodgers.

Smettetela subito di intonare "No-no notorious", con cadenza truzza, perché quel frangente infarcito di paninarismo ha condannato l'album. Un album solido, equilibrato, che è ben oltre il "No-no". In "Notorious", album dai trattil Hitchcockiani ("Notorious", "Vertigo" e "Hold Me" inizialmente battezzata "Rope" ndr) c'è del buono e del bello. Vi sono personalità, uso smodato di attrezzatura, brass section con le contropalle, un chitarrista ancora troppo umile ma tenace, funk, pop, delicatezza, estrosità, potenza.

In "Notorious" c'è maturità, e nemmeno malcelata, no. Ragazzine ? "American Science" e "Skin Trade", così come "Hold Me", non hanno intenti ammaliatori. E se dolcezza e profondità fanno a spalla in "A Matter Of Feeling" e "Winter Marches On", la title track, "Vertigo" e la già citata "Skin Trade" danno evidente segno di compostezza, senso pratico, ebbrezza. Questo non significa che non si vada mai con il piede nella fossa. "So Misled" e "Proposition" sono trascurabili, forzata la prima, superficiale e campata in aria la seconda. Meglio "Meet El Presidente", che si fa comunque di gran lunga preferire nella versione remix che ha generato il singolo, terzo estratto.

La voce di Simon, si sa, è tamponata e resa plausibile in studio, che dal vivo ancora non c'eravamo, no. Ma il supporto è magnificente: i ragazzi suonano bene, ci danno dentro, non risparmiano né nucleo né dettaglio: il suono è pulito, a tratti di nicchia. A chi avesse voglia e tempo, e non sia facile ai pregiudizi, "Notorious" potrebbe finire per garbare, e molto. Per essere l'album definitivo, nel corollario dei Duran Duran. Ha venduto meno dei predecessori proprio per questo: l'isterismo stava lasciando posto alla ragione, alla presa di coscienza. Chi siamo ? Dove andiamo ? Che facciamo ?

Agli occhi di chi vi scrive, "Notorious" ed il successore "Big Thing", oscurano l'intera discografia. E, permettetemi, forse chi rompe le palle non sempre apporta input positivi al lavoro in studio. Nel caso di Andy, certamente no. Anche se, diamogliene atto, nel 2006, dopo i demo del mai uscito "Reportage", dove su sua indicazione si era picchiato duro, il nostro fu profetico quando lasciò il progetto. Progetto che venne incautamente messo nelle mani di Timberlake e Timbaland e trasumò in "Red Carpet Massacre". "Guardate che state per fare una cagata, io me ne ri-vado". Aveva ragione.

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