Le prime tre canzoni scorrono veloci come lo stile dei White vuole pieno garage rock che ti scivola addosso.

 La sensazione che rimane è pessima in quanto la caratteristica nel bene e nel male dei White è che sono solo in due e la sola chitarra di Jack non può colmare la poca musicalità che ne viene fuori.

La recensione del primo album omonimo dei White Stripes evidenzia la mancanza di spunti innovativi e una certa ripetitività nelle tracce. Nonostante l'intenzione garage rock e le influenze blues, la produzione appare povera e poco sviluppata. La formazione ridotta a duo limita la profondità musicale. Tuttavia, si riconosce che questo è solo l'inizio di una carriera migliorata col tempo. Scopri l'evoluzione dei White Stripes ascoltando il loro primo album.

 anche io ho tirato fuori il mio scheletrino dall'armadio e mi sembra che questo sia molto molto pesante!!!

 adesso lo brucerò immediatamente

La recensione di Schizo-Phonic di Geri Halliwell si distingue per un tono ironico e pungente, esprimendo un giudizio piuttosto negativo sull'album. L'autore usa un'immagine forte per sottolineare il peso dell'album nella sua esperienza personale, con una chiusura provocatoria. Scopri la nostra recensione completa e lascia la tua opinione!

 "Pochi dischi possono vantare di presentare in fila una qualità di canzoni rock 'n' roll come questa!!!"

 "La voce di Noel va all’unisono con la musica, quello che si sente e che rimane nell’aria sono solo brividi..."

La recensione esalta The Masterplan come una raccolta preziosa di b-sides degli Oasis, che mostra una perfetta alternanza tra brani energici e ballate intime. I fratelli Gallagher sono protagonisti in canzoni ricche di emozione e puro rock 'n' roll, con una menzione speciale per la cover dei Beatles e il pezzo finale che lascia senza fiato. Un album imprescindibile per i fan della band di Manchester e del britpop anni '90. Ascolta The Masterplan e riscopri il vero spirito degli Oasis!

 Praticamente quasi dodici minuti di assoluta arte.

 Ottimo lavoro dai parte dei Verdena: come ep merita il massimo delle stelle.

L'EP Miami Safari dei Verdena è un lavoro energico e ispirato. La recensione mette in risalto la traccia “Solo un grande sasso part 1&2” per la sua eccezionale completezza e fusione di generi. Da notare la cover adrenalinica di “Creepy Smell” e il brano finale dolce “Morbida”. Un ep che merita il massimo. Scopri perché Miami Safari EP dei Verdena è imperdibile per ogni amante del rock italiano!

 Album molto più completo nella melodia e soprattutto negli arrangiamenti.

 Jack in questo disco ha pensato bene di inserire in quasi tutte le canzoni la seconda chitarra, che rende il suono più gradevole pur rimanendo sempre duro e crudo garage rock!

La recensione mette in risalto la crescita musicale dei White Stripes in Elephant, sottolineando l’arricchimento degli arrangiamenti e la varietà di generi presenti. Brani come Black Math, Seven Nation Army e Ball And Biscuit mostrano la versatilità della band tra rock, blues e ballate. Anche Meg White conquista spazio vocale nelle ballate più intime. Il disco è lodato per la sua coerenza e innovazione sonora. Scopri perché Elephant è un album fondamentale per il garage rock moderno!

 questo disco spacca di brutto

 questa raccolta esprime appieno il suono dei Radiohead

La raccolta Lost Treasures 1993-1997 dei Radiohead offre 2 CD di b-sides che esplorano sia il loro versante alternative rock sia atmosfere più acustiche e psichedeliche. Presenta anche cover particolari di Pink Floyd e Oasis, rendendo il disco essenziale per intenditori e fan della band. Il recensore ne esalta la coerenza e il valore musicale. Scopri le gemme nascoste dei Radiohead: ascolta Lost Treasures ora!

 La voce particolarissima di Ian, mischiata alla chitarra di Billy, rende il suono molto gradevole e di facile ascolto, ma quasi mai banale.

 Le canzoni si susseguono con un ritmo incalzante: si passa dall'energia di 'Coming Down', 'Black Sun', 'Emperor's New York' alle ballate 'Stereo Life', 'Saints Are Down' (fantastica)

La recensione analizza l’ultimo album omonimo dei The Cult, uscito nel 1994. L’autore evidenzia l’allontanamento dalle sonorità elettroniche iniziali verso un rock più diretto. Si citano i pezzi energici e le ballate, sottolineando la qualità del duo Astbury-Duffy. L’album è apprezzato per la varietà e l’ascolto piacevole. Un lavoro che chiude una fase importante della band. Scopri come The Cult ha reinventato il proprio sound: ascolta l’album e condividi la tua opinione!

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