La cosiddetta "Orchestra della luce elettrica", capitanata dall'eclettico Jeff Lynne e della sua sgangherata banda (un ibrido di artisti sinfonici e rock), ha cercato di sperimentare, in un periodo florido come quello dei primi anni 70, una nuova concezione di rock, affiancando archi e violini ai classici strumenti del genere; in verità questo tentativo era stato timidamente intrapreso già da altre band dei 70's, ma stiamo parlando di episodi sporadici e, principalmente, dal vivo. La Electric Light Orchestra (d'ora in poi la chiameremo semplicemente ELO) hanno tentato di produrre, soprattutto nelle prime produzioni, un sound marcatamente progressive, tentativo che in realtà non ha fatto altro che mostrare la reale peculiarità del gruppo: brani brevi, orecchiabili e ben arrangiati.

Dopo gli sperimentali ELO ed ELO II, il transitorio On a Third Day, e l'ambizioso Eldorado, (album tutti affiancati da singoli di buon successo) arriva il classico "boom": "Face The Music".

Affronta la musica, sembra quasi presagire a sonorità aggressive... niente di più sbagliato. L'LP in questione è una collezione di brani orecchiabili e ben arrangiati, il massimo a cui potesse aspirare la ELO, eppure non mancano le sperimentazioni e brani dalle venature progressive: ed è proprio la prima traccia, "Fire On High", ad essere la composizione che si distingue dal resto del disco.

"The music is reversible but time is not. Turn back. Turn back. Turn back. Turn back."

Questa linea di testo è l'unica di tutto il brano, e tra l'altro è stata registrata "al contrario", risultando incomprensibile senza mandare il vecchio nastro in modalità "rewind", di conseguenza possiamo considerare "Fire On High" una traccia prettamente strumentale (l'unica dell'album), di grande impatto: oltre ad essere aggressiva (proprio come recita il titolo dell'album no?), troviamo un ritmo piuttosto discontinuo, con violini ed archi accompagnati da chitarra e batteria, che incalzano, per poi prendersi una breve pausa, riprendendo con le sviolinate e l'incessante batteria di Bev Bevan (autore di una breve comparsata in un tour dei Black Sabbath).

"Fire On High" è sicuramente il brano più originale e accattivante dell'album, seguito a ruota libera da una serie di sketch sinfonici al miele come "Waterfall", "Strange Magic" e "One Summer Dream", mainstreams dall'impatto commerciale come "Nightrider" ed "Evil Woman", la rockeggiante "Poker" e "Down Home Town", brano al sapore di country. Niente di aggressivo, eppure il titolo lasciava presagire altro; la realtà è che ci troviamo di fronte ad un album da cui l'ascoltatore si lascia cullare per la maggior parte del tempo, e ciò non è un male: quello che si profilava come un'opera "Progressive", è in realtà ciò che definirei Rock Sinfonico, e Face The Music farà da apripista ai successivi lavori, con la ELO sempre più alla ricerca della melodia semplice e orecchiabile, cioè, il loro grande limite.

Almeno in questo LP troviamo due tra i brani più riusciti della discografia, e parlo principalmente di "Nightrider", con un ritmo davvero cavalcante e oscuro, proprio come se stessimo ammirando un cavaliere della notte, e soprattutto "Evil Woman", brano celebre negli USA, inserito di recente nella prestigiosa soundtrack del videogame GTA IV, a pieno merito. Eccessive, invece, "Waterfall" e "Strange Magic", per motivi diversi: troppo mielosa la prima, troppo assopita la seconda. Il resto dei brani non rimarrà nella storia, ma stiamo parlando di un album che il sottoscritto considera un "Evergreen": va bene per tutte le stagioni, è poco impegnativo, può essere ascoltato da chiunque, e può avvicinarvi ad una delle band più orecchiabili di sempre.

La lampadina raffigurata sulle loro copertine s'è finalmente accesa, nel conoscere la loro vera ambizione: la semplicità. E a noi vanno bene così.

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