In noioso pomeriggio d'autunno, stanco della mia solita discoteca (intesa come collezione di dischi), decido di avventurarmi alla ricerca di nuovi artisti, evitando, però, di cercare i soliti artisti sconosciuti, quelli che hanno fatto sì e no 2 album e venduto 2 copie.
Questa volta vado sul sicuro e mi imbatto in un grande nome: Ulrich Roth, in arte Uli Jon Roth. Non il Roth degli Scorpions, però, ma quello del suo progetto solista denominato Electric Sun.
Nel 1978 il chitarrista aveva abbandonato la band tedesca che, lentamente ed inesorabilmente, si avvicina a suoi più commerciali ed orecchiabili.
Uli decide di ripartire daccapo, questa volta decisamente libero di poter esprimersi al massimo e per sfoggiare il suo magnifico virtuosismo tecnico. Per quei pochi che non lo conoscono, Uli Jon Roth è un mago delle 6 corde, con un bagaglio tecnico profondamente influenzato da un altro genio della chitarra: Jimi Hendrix.
Con queste basi, sembra quasi scontato aspettarsi un grande lavoro e le speranze son ben riposte. "Earthquake" viene rilasciato nel 1979, dopo quasi 4 mesi di registrazioni (dall'ottobre del '78 al gennaio '79). L'album presenta le sonorità tipiche alle quali Roth ci aveva abituato durante la sua permanenza negli Scorpions: un sound blues rock dalle profonde influenze acid e psichedeliche. La band era composta da tre elementi (quasi a voler richiamare la Jimi Hendrix Experience): oltre all'artista di Dusseldorf (anche vocalist), sono presenti anche Clive Edwards alla batteria e Ule Ritgen al basso elettrico.
La protagonista è ovviamente la chitarra di Roth. Come spesso accade nei progetti solisti dei guitar hero, viene dato molto spazio all'improvvisazione. Qui vengono raccolte tutte le idee maturate dal tedesco, che non ha potuto suonare con gli Scorpions di Rudolf Schenker.
Le 8 tracce di quest'album sono un vero "terremoto" di suoni, atmosfere psichedeliche e fusion, unite alla solidità dell'hard rock e alle soluzioni blues sperimentate dal gruppo. Brani potenti e decisi si alternano con melodie più calme e sognanti.
Ad aprire le danze è la trascinante "Electric Sun", con la voce di Roth che graffia come la sua chitarra; "Burning Wheels Turning" parte con un ritmo scanzonato, per poi sfociare in un intermezzo solenne e alla fine riprendere gli accordi iniziali. Sulla stessa lunghezza d'onda anche "Sundown" e "Still So Many Lives Away", quest'ultima che risente del sound Scorpions e caratterizzata da una magnifica prestazione vocale. Ovviamente assolo di chitarra a gogò, caratterizzati da tutte le varianti possibili che solo un grande chitarrista sa utilizzare.
A controbilanciare queste vere e proprie bombe rock ci pensano le tracce più sperimentali e affascinanti dell'album: la psichedelica "Liliac", la sognante "Japanese Dream" (cantata in tedesco), la neo-classica "Winterdays" ed il capolavoro dell'album, ovvero la strumentale "Earthquake". Quest'ultima rappresenta, dalla durata di ben oltre i 10 minuti, rappresenta l'apice della sperimentazione: l'intro rumoristico, la parte centrale trascinante melodica ed allo stesso tempo possente, per poi terminare in crescendo con i richiami a soluzioni classiche ed arpeggi di ogni genere.
In un noioso pomeriggio d'autunno, stanco della solita discoteca, scoprire la bellezza di quest'artista rende più piacevole la serata.
Elenco e tracce
Carico i commenti... con calma