Abbiamo appena scollinato i trent’anni dalla sua pubblicazione e da un po’ lo sto riascoltando. Continua a farmi ridere come una volta, a stupirmi per quanto sia geniale, immediato e suonato magistralmente.
Anno 1992. Lontani dal fastidioso politically correct, senza social, boomer che puntano il dito, rosiconi. Anche se i rompicoglioni privi di ironia o anche solo della “joie de vivre” non mancavano affatto. Che poi sono gli stessi che hanno dato man forte al Pippone nazionale, che si dice avrebbe negato agli Elii trasformisti la gioia di vincere la kermesse sanremese del 1996, con la loro “La Terra dei Cachi”, cosa che li avrebbe spediti dritti all’Eurofestival. Lì, il loro pezzone avrebbe potuto dire la sua su Sanremo, le sue canzonette e le sciocchezze italiche. Elio & the Trouble Stories (per fare l’anglofono, che oggi fa figo) sono stati comunque i vincitori morali, questa cosa rimane.
Il vitellone in copertina, il timbrone ironico con fattezze da Italico parental advisory primordiale, le collaborazioni illustri. Mi ricordo ancora quando ho portato a casa quella cassettina, che oltretutto ho davanti a me ancora adesso mentre scrivo questo pezzo amarcord.
Mentre lungo lo stivale ci si stava chiedendo da qualche mese chi cavolo avesse ucciso l’Uomo Ragno e perché esistesse Mauro Repetto, si apprestava a venire al mondo “Italyan, Rum Casusu Çikti”.
È anche vero che adesso abbiamo il grande Massimo Corvo al servizio della Settima Arte in Italia ma sentire la voce di Ferruccio Amendola nei panni di doppiatore di Sly, mentre chiede “perché il merlo fa mè!?”, ci stende ancora prima di iniziare. Non possiamo non dare i giusti meriti al mitico “Coro delle voci bulgare” (Le mystere des voix bulgares), che apre le danze e ci riempie di gioia in pezzi memorabili come “Cartoni Animati Giapponesi” (dove l’ugola di Elio punta quella di Pavarotti), “Essere Donna Oggi” e “Pipppero®” (quest'ultima, punta di diamante della discografia tutta.) E poi le voci illustri di Riccardo Fogli e Oliver Skardy dei Pitura Freska con i Chieftains in “Uomini col borsello” e la ragazza che limona sola con la lingua a mulinello.
La voce rock di Ruggeri che narra le vicende del suo vitello dai piedi di cobalto, in coppia con il divino architetto Mangoni, che si occupa di quello dai piedi di spugna, tra un campionamento di “The Great Gig in the Sky” dei Pink Floyd e un assolo di Cesareo, degno del miglior Maurizio Solieri alla corte di Vasco Rossi. La voce sempre di Cesareo, filtrata dal vocoder, nel personalissimo omaggio alla più italiana delle auto, quella “Cinquecento” che era stata da poco cantata da Gino Paoli in un spot pubblicitario e che ha scatenato la giusta invidia degli Elii.
L’overture di “Supergiovane” e la miglior prova vocale di Stramangone, che con un sottofondo da Garelli smarmittato inneggia a:“Figu!”, “Puttano!”, “Paciugo!” e altre cose molto simpatiche. Infastidendo il matusa Abatantuono, che annienta Catoblepa con un’overdose di analcolico moro ma alla fine le prende da Supergiovane in persona, che aveva scambiato però per Sandro Giacobbe.
L’incredibile miscelazione di “Urna”, dove l’heavy metal Eliano si fa largo tra Ufo (Robot) e Ugo (Foscolo), tra sacro manga e profano poetico.
Poi arriva lei:“La Vendetta Del Fantasma Formaggino”. Introdotta da una barzelletta da zero comico di un disco comico, raccontata da Claudio Bisio, che avrà successo negli anni a venire presentando comici.Intanto Elio e Mangoni massacrano Morandi e i suoi evergreen, tra archi horror campionati, fisarmoniche alla Casadei e interludi ska.
"Pork & Cindy" l'ho citata per ultima perché è talmente romantica nel contesto, da meritare di essere staccata dalle altre. E mi ricorda il vizio della compulsività abbinato all'amore per le auto.Brutta roba. E poi, povera Cindy.
Indefinitiva, qui abbiamo un bell'ossimoro per le mani. Perché con gli Elii si scherza sempre in modo davvero serio. E la valutazione è oggettiva e universale: questo disco è un capolavoro. Non ci saranno più album così.Come non ci saranno più le mezze stagioni. E' innegabile.
Indietro non si può tornare. Non ci resta che farci offrire da Mangoni una Coca Cola con l’Aspirina e finire tutti in acido.
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