Il mondo di Asile è fatto di suoni. Prima di tutto.
Il mondo di Asile è una stanza dalle mura sottili, apparentemente impenetrabile. Ma in fondo basta tendere l'orecchio per ascoltare tutto quello che c'è dentro. Tra le foglie rigogliose di una natura incontaminata, si ergono come sequoie 16 piccole perle, 14 poesie, 14 pensieri. E in mezzo alla stanza siede lei, Elisa, lo sguardo timido come al solito, il sorriso appena accennato e gli occhi dolci. E lei è così a suo agio. E lei si muove come solo nel suo habitat naturale può fare. E ci mostra orgogliosa le sue mille metamorfosi. Da piccola Bjork nostrana in Chameleon, a danzereccia yogini in Happiness Is Home. Urlando in silenzio il suo bisogno di ordine (Just Some Order), svelando i suoi pensieri (Asile's World), danzando tra i rami dei suoi alberi senza bisogno di chiedere altro (Creature), guardando gli uccelli piangere e dipingendo malinconici volti sulla luna (Come Speak To Me).
Il disco più difficile di Elisa, forse il più bello, sicuramente il meno conosciuto. Con una bella produzione (tra gli altri, Rustici e Howie B), Elisa è già grande al suo secondo album. Dieci.

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