Fa strano quando ci si sofferma sul fatto che Diari Aperti sia il decimo album in studio di Elisa Toffoli. Più di vent'anni dal Pipes & Flowers che fece conoscere "la ragazza di Trieste che canta in inglese" al pubblico della penisola.

Perché fa strano? Perché se da una parte Elisa ti trasmette ancora quell'aria da ragazzetta che vince Sanremo, dall'altra sai che si tratta di una musicista, compositrice e cantautrice con un bagaglio così assurdo che non credo ci sia bisogno di riportare qui. Suppongo che Elisa sia una di quelle persone che invecchiano come il vino.

Diari Aperti è l'album di Elisa con i testi e gli arrangiamenti più speciali, a parere di chi scrive.

Diari Aperti -o per meglio dire, parte di esso- è stato uno di quei dischi che non mi sarei mai aspettato potesse arricchirmi, nonostante segua Elisa da anni. C'è un prima e c'è un dopo.

Come Fosse Adesso, Tua Per Sempre, Anche Fragile e Se Piovesse Il Tuo Nome (quest'ultima scritta da Calcutta) sono brani che trattano ovviamente dinamiche amorose, ma lo fanno nella maniera meno banale possibile.

E quando correrai col tuo mantello invisibile
io correrò con te perchè si corre insieme
anche se poi si è soli ci si contraddice e tu non me lo chiedere
io ci sarò per te
e senza una morale senza che sia scritto
senza ragione o torto non sarà mai o forse sarà presto
io ti stringo forte e poi ti porto dentro

Vieni qui
ma portati gli occhi e il cuore
io ti porto un gelato
che non puoi mangiare
e piangiamo insieme
che non piangi mai

Non ci siamo mai dedicati
dedicati le, le canzoni giuste
forse perché di noi
non ne parla mai nessuno

Non ci siamo mai detti le parole
non ci siamo mai detti le parole giuste
neanche per sbaglio
neanche per sbaglio in silenzio

Tra le parole di queste canzoni ciò che tocca non è solo l'ottimo arrangiamento, la chitarra (Andrea Rigonat, marito di Elisa) o il piano; si tratta dell'uso linguistico, del calore di una relazione reale e palpabile. Zero fronzoli.

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