Per molti il disco della maturità, per me la conferma.
Ascoltare Lotus è come immergere nel verde della natura l'anima di Elisa che già conoscevamo, cavarne nuovi stimoli ed esplorare ciò che le piace con i suoi occhi.
Alcuni suoi successi prendono nuova linfa in meravigliose versioni (la già splendida Rock Your Soul, la straniante Labyrinth, The Marriage, Sleeping In Your Hand, ma soprattutto Stranger, il cui remake sembra stravolgerne arrangiamento e melodia, lasciandone intatto il cuore), famosi e storici pezzi vengono rivisitati con il suo stile inconfondibile senza mai intaccarne la bellezza (prendete la corale Halleluja già portata al successo da Leonard Cohen o l'apparentemente intoccabile Almeno Tu Nell'Universo, forse la più bella canzone di Mia Martini). E poi ci sono i nuovi pezzi: semplicemente imperdibili Broken, Yashal e gli altri.
La voce di Elisa è maturata, riesce ancora meglio a dosarsi, è saggia e calda e ha un occhio osservatore che non la tradisce mai.
Dopo quindici brani in assoluto relax, il disco si chiude con A Prayer, un pezzo forse un po' ripetitivo ma che entra senza annoiare nello spirito del disco. Dieci anche qui.
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