C'è stato un momento nella nostra vita in cui bisognava confrontarsi con i grandi dischi del passato,spronati da zii,fratelli maggiori e compagni pluriripetenti,fortunati testimoni di un epoca irripetibile che mestamente stava volgendo al termine soppiantata da lustrini colorati e scintillanti giochi di luce.
Fu cosi che le nostre camerette si trasformarono di colpo in gironi infernali dove i rassicuranti brani da hit parade cedettero il posto alle chitarre martoriate degli Who e ai poderosi acuti di Ian Gillan che scaturivano senza pietà da improbabili giradischi e casse fatte in casa.
Quello fu il periodo in cui l'interesse per la musica divenne predominante,quello dei dischi scambiati tra i banchi di scuola,delle cassette pluriregistrate di volta in volta con l'album migliore,le prime sbornie Purple/Zeppeliane e poi gli ascolti sempre piu ricercati,la scoperta che i Pink Floyd esistevano prima di The Wall e che Keith Emerson non era solo quel matto che naufragava col suo piano tra le onde in una celebre sigla televisiva.
Fu il periodo di Trilogy,cosi a lungo corteggiato per quella splendida copertina e la curiosità suscitata dall'ascolto di Tarkus troppo fondamentale per non meritare la precedenza su tutto il resto.Emerson Lake e Palmer il primo grande supergruppo perche tre è il numero perfetto,tre musicisti straordinari,tre menti che si fondono in un opera sola,unica,fondamentale. The Endless Enigma,Trilogy due capolavori che risplendono di luce propria ma sono entrambe qui e ancora non basta.La raffinata From the Beginning,l'intensa Living Sin,l'allegra The Sheriff,Hoedown e la mistica Abaddon's Bolero che termina in quel bellissimo tramonto nel quale mi sono perso tanti anni fa.

A Keith con tutto l'amore del mondo ( 1944-2016 )

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