Che uno come me, diciamo, può capitare anche in quel di Milano nella Lombardia.
Che uno come me ci capita a dicembre dell’anno scorso e, dopo essersi rimbambito sotto le luminarie ed i marmi sporchi del Duomo, si riconnette alla realtà e comincia a girare per le vie alla ricerca di negozi dove vendono i padelloni neri per acquistare l'ultimo lavoro di Enzino Jannacci che si intitola “Qualcosa da ascoltare, tra inediti e rarità”.
Che uno come me ci gira tutta Milano e non lo trova il disco. Neppure alla Feltrinelli.
Che uno come me poi si aspettava le vetrine dei negozi dei dischi tappezzati dall’album di Enzo…e che cazzo, siamo nella sua città!
Ma niente. Ma vuoi vedere che uno come me, alla fine, se lo è sognato il disco?
Ma, a 10 anni dalla morte del dottore il disco è uscito davvero. Ed è una vera chicca perché contiene registrazioni datate e private, provini di canzoni finite poi nei suoi dischi. A cominciare da "el portava i scarp del tennis", "soldato Nencini" e "il primo furto non si scorda mai".
L'ellepì risente sicuramente del tempo, le registrazioni sono degli anni '50 e '60 effettuate su nastri dell'epoca, ma è una produzione artigianale e genuina, voluta con tutto il cuore da Paolo, figlio e straordinario musicista, che ha curato tutto il progetto che ha reso felice me e, magari, qualche altro.
Scava scava Paolino nell’archivio di casa Jannacci, e ti tira fuori questi brani pubblicati esclusivamente su vinile che, come lui stesso ha sostenuto, è un "riferimento fisico, di dimensioni più grandi, in un mondo digitale”.
L'album contiene 14 tracce, 7 delle quali eseguite dal vivo tra cui spicca la bellissima "sfiorisci bel fiore" cantata, in seguito, da Pierangelo Bertoli, oltre a "faceva il palo" e la già citata "il primo furto non si scorda mai".
Tra i brani inediti la surreale e geniale "non posso sporcarmi il vestito". Del brano è stato realizzato anche un video in cui Enzo viene inseguito dai personaggi delle sue canzoni dopo aver assistito alla morte di una ragazza finita sotto le ruote del tram. Il testo, di poche strofe, visionario, è un colpo da maestro:
"Sono rimasto tanto male, quando ho letto sul giornale,
che eri morta prematuramente, così, senza dirmi niente.
Ma che sei andata a fare sotto le ruote della motrice
avresti dovuto sapere che potevi anche morire.
Non posso venire a trovarti all'obitorio
perchè, come sai, mi dà fastidio il sangue.
Certo non è bello da parte mia
ma quando vedo il sangue mi sento tanto male
e non posso sporcarmi il vestito, per chi? Per te?
E non posso sporcarmi il vestito per te
anche se, ti voglio bene".
Che poi uno come me il disco alla fine lo ha trovato e comprato, anche se in terra straniera. Nella Repubblica di San Marino ove dimora un immenso negozio di vinili...
Buon ascolto.
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