Otto giorni dopo il concerto tributo a Demetrio Stratos esce il quinto LP di Eugenio Finardi, il meno riuscito della "pentalogia politica" cominciata nel '75. Infatti Roccando rollando, a dispetto del titolo, non convince fino in fondo e di rock and roll ce ne è ben meno di quanto il titolo lasci intendere. All'album partecipano ancora una volta i Crisalide, che sono per Finardi ciò che per Venditti sono gli Stradaperta. Ottime formazioni entrambi. L'album comincia col calipso di "15 bambini", presentata al Festival bar, con quel "turuturuturu" che si stampa subito nel cervello. Dopo "Why love", che uscirà pure come singolo, cantata tutta in inglese e dove si canta di quanto faccia male l'amore, arriva "Zerbo", ovvero la rievocazione della partecipazione di Eugenio al raduno hippie organizzato dalla rivista "Re Nudo" sette anni prima. Chiude la facciata A "Paura", un brano che fa il paio con "La paura del domani", ultima traccia di "Sugo", dove l'Autore canta la sua per chi lo tira giù e di uscire di casa. Apre la facciata B "La canzone dell'acqua", splendida dedica all'elemento fondamentale per la nostra vita e prima della "trilogia" di cui fanno parte "Nell'acqua" del 1991 e "Accadueo" del 1998. Si prosegue con una delle poche canzoni "leggere" di Finardi, ovvero "Lasciati andare", quasi una risposta a "Paura", dove bisogna lasciarsi andare al ritmo perché (per una volta) "non c'è nulla di intellettuale". Ma l'impegno e l'intelletto tornano subito nel tema trainante del disco, "Legalizzatela", riferito chiaramente alla droga leggera, dove con un ritmo reggae (in questo fa pensare a "Cuba" dell'anno precedente) si traccia la differenza tra droghe leggere e pesanti, perché "non si può mettere sullo stesso piano chi si buca e chi si fa uno spino"... Dopo la traccia 2 un altro brano in inglese, "Song Fly High", ovvero una canzone che vola in alto su ipocrisie sociali, su amanti e drogati (di nuovo!), ma dove alla fine "non si esce dal gioco", come in "Scuola". Chiude tutto il divertissment di neanche due minuti di "Ridendo scherzando", dove si cita anche il titolo del disco, e "rollando" è un chiaro riferimento alle canne più che al rock 'n roll. Roccando rollando è un lavoro parzialmente riuscito, dove si citano temi, sia musicali che testuali, già affrontati nei capitoli precedenti e che perciò sa di già sentito. Eugenio capì che bisognava cambiare rotta, è così ruppe con la coraggiosa Cramps di Gianni Sassi e si trasferì al Castello di Carimate per cambiare ambiente e genere. Album da 3,5 come Non gettate... ma quest'ultimo vale qualcosa di più.

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