Dopo Finardi l'omonimo autore realizza il progetto di partenza, che la casa discografica aveva inizialmente osteggiato in favore di un prodotto italiano. Dall'album precedente restano cinque brani, scritti da Mark Harris, già collaboratore per Alice, Bennato e De André, mentre gli altri quattro sono stati "conservati" e mai tradotti in italiano da Valerio Negrini. "Trappole" diventa così "Hostages", mentre "Valeria come stai?" viene adattato in "Corinna" alla sensibilità e alla lingua anglosassone. "Mayday" resta uguale nel titolo, così come viene tradotta alla lettera "Oltre gli anelli di Saturno" in "Beyond the icy rings of Saturn". Cambia invece "Prima della guerra" in un più immediato "Warsaw". I quattro brani ex novo sono invece la title-track, lunga sei minuti e mezzo, "Rock Seeds", molto rock e ben sostenuta, "Love to make love you", inaspettatamente romantica, e "A blues for the Eighties", dove Eugenio dà una prova e un assaggio della sua anima blues realizzata a pieno oltre venti anni più tardi. Album sicuramente di transizione, ma che a 4 stelle ci arriva, per il lavoro strumentale (al clarinetto Lucio Dalla, come per il disco italiano dell'anno precedente) e per le aspirazioni internazionali ben riuscite da parte di un cantautore che essendo italo-americano non ha certo i problemi di pronuncia che ebbe Lucio Battisti con Images. A dimostrazione di intenzioni internazionali, titolo e nome del cantante sono scritti in copertina anche in arabo, giapponese e cirillico. Eugenio considererà questo Secret Streets una esperienza estemporanea, e l'anno dopo se ne uscirà con uno degli album più belli di tutta la sua carriera.

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