Eugenio Finardi ci regala, dopo 11 anni da Fibrillante, un nuovo album di inediti, probabilmente l'ultimo della sua carriera. Il titolo è Tutto, perché il disco parla di "tutto", dal rapporto con i figli alla fisica quantistica, dall'intelligenza artificiale alla natura dell'amore.

Futuro apre il lavoro affermando che non ci sono più gli extraterrestri, ma il futuro è nell'intelligenza artificiale. Ad accompagnare la canzone un video prodotto appunto con l'AI, dove cantano tutti i Finardi del passato, a cominciare da quello sulla busta di Non gettate alcun oggetto dai finestrini, che quest'anno compie 50 anni.

Bernoulli parla della legge che regola il volo degli uccelli, ed è molto bello l'arpeggio introduttivo.

Tanto tempo fa invece è più rock, il più finardiano tra i pezzi dell'album, ed è di contenuto generazionale.

La battaglia, uno dei pezzi più validi del lotto, suonata anche in anteprima, parla del rapporto tra genitori e figli, specie quando questi ultimi diventano grandi. Un brano destinato da subito ad entrare nel repertorio storico dell'artista milanese.

Francesca sogna vede il duetto con Pixel, alias la figlia Francesca Finardi, classe 1999, e la voce di Eugenio tocca note altissime.

La mano di uno che sa è il più complesso dei brani dell'album, ed anche qui si parla di vita in un ottica generazionale. Viene anche citata Ho visto Nina volare di Fabrizio De André.

Onde di probabilità pure affronta il tema della fisica quantistica, ed è un brano musicalmente affascinante.

I venti della luna è la mia preferita di questo nuovo lavoro, dove "non c'è vento sulla luna". Anche questa, come Tanto tempo fa, più vicina allo stile tipico dell'autore.

Massiccio attacco di panico dura appena due minuti, ma è efficace del descrivere questa condizione esistenziale.

Pentitevi invece è nuovamente generazionale, ed invita i prossimi a pentirsi di fronte alla "fine del mondo".

La facoltà dello stupore, che personalmente mi ricorda Come in uno specchio, che chiudeva Il vento di Elora, è l'unico brano sentimentale dell'album, dove Eugenio vuole capire la natura dell'amore.

L'album è stato realizzato in otto mesi con i ritmi "impiegatizi" simili a quelli dei Beatles nel documentario Get back. L'autore ha confessato di aver perso dieci chili per produrre questo album.

Il lavoro è stato supervisionato dal fido Giovanni "Giuvazza" Maggiore, ed è un mix tra strumentazioni originali e suoni campionati. È stato fatto un lavoro di ricerca sui suoni del passato di Finardi.

Tutto è un lavoro equilibrato musicalmente e non troppo lungo, a dispetto degli 11 pezzi del disco. Si ascolta "tutto" d'un fiato, è un album fresco come un bicchier d'acqua.

L'album è uscito prima solo sulle piattaforme il 9 maggio, per poi essere distribuito in cd e in vinile a partire dal 16 maggio.

A questo album do 4 stelle al rialzo, per un 72enne Eugenio Finardi capace ancora di emozionare con le due composizioni.

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