EBTG, "TEMPERAMENTAL" (1999) ovvero come affrontare il Tunz-Tunz con classe. Questo disco rappresenta ad oggi il canto del cigno di uno dei gruppi più influenti del pop internazionale: Ben Watt plus Lady Voice Tracey Thorn.

Quanto mi mancano gli Everything e quanto ho amato la loro discografia! Fino a questo album incluso, che ha rappresentato il punto più estremo di quella svolta "dance-upbeat" cominciata con "Missing-rmx (1994), proseguita con "Walking Wounded" (1996) previa "protectzione" dei massivissimi attakki. Tanti storsero il naso, diciamo i vetustelli legati ancora a quel new-cool che fece di Eden (1984) quella piccola perla che è. Ma per chi conosce gli EBTG deve essere risultata prevedibile una deriva così affascinante. Il duo ha saputo attraversare con sapienza e maestria il cool ed il pop (love not money) l'orchestrale (baby the stars shine)  rileggere Donald Fagen (the language of life) e poi avanti con la sinthetelia di "idlewilde" e "worldwide" fino al rigore di "Amplified heart". 

D'altronde quando due persone sanno scrivere le canzoni ci sono poche storie, possono anche permettersi di affrontare un genere di serie b come la discoclub fine 80 (the future of the future) o il natoquasimorto Drum&bass di "blame" ed uscirne comunque a testa alta. Questo disco si fa apprezzare perché strizza l'occhio al floor ma non è sbragone. Perché i beat sono lavorati ed epurati da Ben fino ad essere resi smooth e "ciccioni" al punto giusto per vestire l'indiscussa tessitura vocale di Tracey. "Five fathoms" è di una bellezza debordante così come l'hype della title track. E poi ci sono le ballad notturne e sciencefiction come "downhill racer" con quegli splendidi fiati campionati e la bristoliana "no difference". "Temperamental" è un disco che pochi altri avrebbero potuto realizzare senza risultare vanesi. Gli EBTG sono riusciti nell'opera perché hanno talento e umiltà, doti non comuni al giorno d'oggi.

"Temperemental": mettetelo durante una serata intima con gli amici e farà diventare il vostro salotto protagonista del 21 secolo. (cit.)

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