Gli Exorcist non sono altro che il lato oscuro degli hard rockers newyorkesi Virgin Steele, autori di due album assieme al chitarrista Jack Starr: "Virgin Steele" del 1981 e "Guardians Of The Flame" del 1982 , ovviamente già ristampati in edizione rimasterizzata di recente, con bonus track aggiunte tanto per far girare i soldini (che non hanno gambe ma corrono sempre).

Questo platter dalla copertina ammuffita è la loro valvola di sfogo, la covata malefica di song che si staglia in mezzo al panorama heavy del tempo come una specie di Carrie/Sissy Spacek in vena di bricconate. Dopo i primi due album dei Virgin Steele, usciti in piena NWOBHM, il chitarrista Jack Starr abbandona la band e porta in tribunale David DeFeis per l'utilizzo del monicker. David, nel frattempo, ha stretto alleanza con il futuro compagno di zingarate musicali Edward Pursino, già con i Piledriver. Non possono incidere nulla con il nome Virgin Steele e così si reinventano thrashers fai-da-te incidendo un album nel 1985, sotto il nome di Exorcist, quel "Nightmare Theatre" divenuto oggetto di collezione, di indagini, di ricerche, di investigazioni, di misteri irrisolti, di travestimenti, di myspace inquietanti. Questa è la versione ufficiale del rebus, ma intanto scopriamo chi sono gli Exorcist. Damien Rath (David Defeis) alla voce, simile ad un incrocio fra quella del buon Mike Browning, ex  batterista-cantante dei Morbid Angel in "Abominations Of Desolation" e il buon vecchio Cronos formato "Black Metal": un latrato ringhioso da diavolo con la pleura, adatto a spaventare i gatti randagi del rione, idoneo a presenziare riti satanici. All'ascia solitaria, sferzante ed heavy, Marc Dorian (Edward pursino), al basso cavernoso Jamie Locke (Joe O'Reilly) ed alla batteria speed tale Geoff Fontaine (Joey Ayvazian).

"Nightmare Theatre" si snoda attraverso 15 pezzi, dove l'Esoterismo ed il Satanismo vanno a spasso con voce e chitarra, protagoniste di ogni brano, in un evocativo quanto autoindulgente connubio musica-testi per anime desiderose di lasciarsi spaventare. La sezione ritmica fornisce il normale apporto in brani lenti ed invece velocità sostenuta in quelli più movimentati. Si battono i sentieri dello speed metal della NWOBHM ("Black Mass"),mischiato a fragore thrash e voce proto death metal ("Burnt Offerings"), in una mistura ben riuscita in alcuni episodi, mentre in altri si sente l'origine dell'album concepito come divertissement ("The Trial"): l'estremismo è come contenuto, non incanalato in una direzione precisa. La pesantezza non è determinante, la velocità è qualcosa di lineare ("Riding The Hell") e non ci sono cambi tempo alla Mercyful Fate, stile "Don't Break The Oath" (dotato di una produzione più heavy e brillante). Questo il limite dell'album, ascoltabile senz'altro ma anche statico, monocorde nella voce e nelle soluzioni ritmiche. E' chiaro che svariate voci sono prive di smalto, ma attorno cambiano lo scenario e gli arrangiamenti, mentre qui l'occulto rimane l'unica certezza anche in intermezzi d'atmosfera quali "Consuming Flames Of Redemption" e "The Invocation", quasi in una sorta di beffarda autocelebrazione. Con un cantato più chiaro ed evocativo il risultato finale sarebbe stato più brillante. Stupisce che un gruppo hard rock si cimenti con questa musica estrema priva di contatto con il lavoro svolto sotto il monicker Virgin Steele, ad eccezione del brillante ed inarrestabile assolo presente in "Megawatt Mayhem", e sorprende che ci fosse pure un secondo LP in programma, rimasto poi nei cassetti.

L'ispirazione dei vecchi Virgin Steele unita alla verve chitarristica di Edward Pursino, tecnicamente migliore di Jack Starr, avevano prodotto frutti immaturi ma ricchi di fibra metal, di oscuro furore figlio di Venom e Mercyful Fate: basti ascoltare i brani allegretti-andanti-moderati "Call For The Exorcist" e "Possessed". I quattro Exorcist non suonano proto black o proto death, ma sulfureo speed anni '80. Questo non è altro che un esperimento, bizzarro se vogliamo , ma pur sempre un esperimento, mentre Possessed, Onslaught e Death non sono una parentesi ma un inizio: il primo vagito del death metal. Dopo questo "Nightmare Theatre" cala il sipario, spariscono gli Exorcist e rispuntano i Virgin Steele che pubblicano "Noble Savage" nel 1986.

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