Un viaggio in una dimensione surreale dove una trama sonora tenue, languida e trasognata avvolge e coinvolge i sensi in una sorta di sospensione onirica. Ma ecco che il ritmo incalzante della sezione ritmica ed una chitarra a tratti di frippiana memoria ti riportano in un "qui" che è, in realtà, un "altrove" intessuto di drammaticità rutilante, di nervi scoperti, di estatica malinconia.
Questi musicisti texani non sono certo degli innovatori: una piacevole sintesi tra Mogwai e Sigur Ròs (con qualche influenza Godspeed You Black Emperor). Ma uniscono una grande capacità compositiva all'espressione di sonorità e tappeti musicali interessanti. Imperdibili per gli amanti del genere.
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Altre recensioni
Di hugoniot
Album strumentale di notevole fattura, sonorità mogwiane ma meno cupe, qualche raggio di sole in più.
Tracce che per gli amanti del genere credo piaceranno, e li coinvolgeranno sino ad ascoltare e ascoltare con il tremendo presentimento di tralasciare qualcosa.
Di Pandalillo
"Il post-rock, quello ispirato, per certi versi innovatore, termina qui, il resto è davvero noia!"
"First Breath After Coma mette in chiaro il progetto della band; il territorio da battere è quello del rock e dei possibili utilizzi della sua strumentazione canonica."